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Scongiurato aumento delle accise sui carburanti grazie al rientro dei capitali dall’estero

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Chi l’avrebbe mai detto: dobbiamo ringraziare la Voluntary Disclosure! Se infatti stamattina non è partita l’aumento delle accise sui carburanti è soltanto perché il governo utilizza una parte delle maggiori entrate ottenute attraverso il rientro di capitali dall’estero (perché questo vuol dire Voluntary Disclosure) sconosciuti all’erario. A far scattare l’aumento, invece, doveva essere un altro odioso inglesismo, vale l’applicazione di una clausola di salvaguardia per la mancata autorizzazione da parte della Commissione europea al meccanismo del Reverse Charge per l’Iva nel settore della grande distribuzione. Insomma, la bocciatura da parte dell’Europa dell’inversione contabile (perché questo vuol dore Reverse Charge), in grado di fruttare circa 728 milioni di euro, avrebbe potuto far salire di qualche centesimo il prezzo dei carburanti. Ma il consiglio dei ministri  ha fermato l’aumento andando ad attingere ai 671 milioni (stando a quanto appare nel Def, anche se si tratta di una stima che non tiene conto del rinvio al 30 novembre della misura che doveva terminare con il mese di settembre) che lo Stato dovrebbe incassare grazie alla regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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