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Si ferma la logistica nel Nord Italia: lo sciopero dei Cobas funziona

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Lo sciopero della logisticaorganizzato da due sigle indipendenti, SI Cobas e ADL Cobas, ha funzionato.Questa mattina in molti centri logistici e interporti del Nord Italia ci sonostate manifestazioni, proteste, blocchi e, almeno in un caso, all’interporto diBologna, anche scontri con la polizia, arrivata in assetto antisommossa. Ilbilancio di questo episodio è di un paio di feriti non gravi. Altre proteste,sempre nel capoluogo emiliano, si sono registrate, già dalle prime ore delmattino, presso i magazzini della Coop Centrale Adriatica e in quelli di alcunispedizionieri, SDA in testa. 

Salendo lungo lo stivale, lo sciopero hainteressato fortemente anche Piacenza, Treviso e Padova. Mentre a Milano, standoa quanto riferito dagli stessi partecipanti su Twitter, ci sarebbe stato untentativo organizzato dalla CGIL di forzare uno dei picchetti.Al di là della nutritapartecipazione, lo sciopero ha creato disagi alla circolazione, dovutiessenzialmente alle lunghe code di camion che si sono create (la tangenziale diBologna era in tilt già alle prime luci dell’alba) e ha interrotto l’attività diquasi tutti gli spedizionieri. 
 Al centro dellaprotesta c’è la denuncia dello sfruttamento del lavoro (il termine «schiavi»,stamattina, è quello che più campeggiava sugli striscioni), spesso perpetratoattraverso cooperative di facchini, e la volontà di incidere sul rinnovo dellacontratto nazionale di categoria merci e logistica, scaduto alla fine dell’anno. 
In più i lavoratori della logistica in sciopero chiedono un aumento di 150 euroal mese, maggiori garanzie di conservazione del posto di lavoro e dellostipendio in caso di cambio appalto, una copertura completa per infortuni emalattia, il riconoscimento dei diritti alle ferie e aipermessi pagati
Ilpresidente della CNA-Fita, Cinzia Franchini, ha sottolineatola necessità, in sede di rinnovo del contratto, di trattare «i reali problemi»,a partire dalle «cooperative fittizie» fino «al distacco transnazionale dellamanodopera dei paesi dell’est». «Un abusivismo allarmante e un distortoutilizzo di pratiche come il distacco – ha denunciato Franchini – che colpiscesoprattutto i lavoratori e le imprese artigiane che non può più esseretollerato e su cui è fondamentale intervenire per ristabilire un principio dilegalità, sventando il rischio di trasformare la concorrenza nel paraventodietro cui si nasconde invece lo sfruttamento».
Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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