DKV Euro Service ha condotto sulla propria pagina Facebook – nella prima metà di questo mese di giugno – un’indagine chiedendo agli autotrasportatori avessero vissuto il lungo periodo di lockdown – da marzo a maggio – causato dalla recente emergenza sanitaria.
I risultati del sondaggio hanno mostrato un esercito instancabile che non ha interrotto il proprio lavoro nemmeno nei giorni più bui, movimentando le merci lungo la penisola, per portare i prodotti sugli scaffali e garantire la filiera delle aziende. Quasi il 70% degli intervistati hanno detto di aver lavorato come prima o anche più di prima, mentre un buon 20% si è dovuto proprio fermare. Ovviamente, quelli che hanno continuato a lavorare hanno riscontrato che si viaggiava meglio (33%) ma per la maggior parte dei camionisti (il 56%) l’assenza di automobili, del solito traffico e degli autogrill affollati rendeva l’atmosfera “inquietante”.
La più grande preoccupazione espressa rispecchia quella tangibile in moltissimi settori; per il 62% degli intervistati la più grossa incognita è rappresentata dall’incertezza economica e dalla crisi derivante dal covid-19 seguita (28%) a quella relativa alla propria salute, e alla (10%) la preoccupazione di infettare gli altri.
La vita non certo semplice del camionista, spesso lontano da casa, in questo periodo è stata ancora più dura: il 42% pensava ai propri famigliari e avrebbe voluto restargli mentre il 38% temeva invece di poter contrarre il coronavirus.
Che cosa è mancato di più?
La cena al ristorante dopo la lunga giornata in cabina (47%), seguita da un caffè e chiacchiere con i colleghi camionisti (28%). Solo il 10% è riuscito a mantenere il sangue freddo e ha dichiarato che tutto sommato in cabina riusciva a ricrearsi un senso di normalità.
Che cosa non ha proprio funzionato?
Nonostante i sacrifici profusi, sull’altro piatto della bilancia hanno trovato un trattamento a loro riservato nel pieno dell’emergenza non qualificante: la maggior parte, infatti, ha sperimentato indifferenza o non ha percepito cambiamenti rispetto ad altri periodi (51%). Anzi, il 39% si è sentito trattato peggio del solito o visto come una fonte di rischio di contagio, soprattutto da parte delle aziende terze/clienti ma anche dalla stampa e dalle istituzioni.
Quali sono le richieste?
Al governo, in particolare, un aiuto per far fronte alla crisi e migliorare le condizioni della categoria, a partire da quelle economiche (68%), e di sicurezza sul lavoro (27%).