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Tempi di guida, cabotaggio e distacco: ecco le novità approvate dalla Commissione Trasporti del parlamento UE

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Limiti al cabotaggio stradale, distacchi internazionali con il principio «stesso lavoro, stesso salario» fin dal primo giorno e orario di lavoro più flessibile. Sono questi i pilastri destinati a rivoluzionare l’autotrasporto europeo approvati lunedì 4 giugno dalla Commissione Trasporti del Parlamento europeo. I tre dossier, che modificano regolamenti già esistenti, fanno parte del Pacchetto stradale il cui arrivo nell’aula di Strasburgo è previsto, salvo colpi di scena, per il prossimo 5 luglio. Infatti, se in Commissione l’autotrasporto europeo si è riunito in blocco e i provvedimenti sono passati con larga maggioranza, le diverse anime dell’Europa e l’opposizione dei sindacati (che hanno anche organizzato una manifestazione contro i provvedimenti) potrebbero dare luogo, tramite la sottoscrizione di almeno il 10% degli eurodeputati, alla cosiddetta «impugnazione del mandato». Se ciò dovesse avvenire, lo sgambetto farebbe saltare l’approvazione del 5 luglio e rallenterebbe l’iter già complesso del provvedimento. Ma vediamo le novità approvate in Commissione.

 

Orario flessibile
È il dossier più caldo sul quale si sono scatenati i sindacati europei. Il proposito delle nuove regole è quello di garantire maggiore flessibilità, ma senza aumentare il numero complessivo di ore di guida per gli autisti: rimane infatti il limite delle 9 ore al giorno, con la possibilità di aumentarle di un’ora al giorno solo due volte la settimana, con obbligo di recupero. Il riposo obbligatorio di 45 minuti previsto dopo 4 ore e mezza di guida potrà essere spezzato in più parti ma non inferiori ai 15 minuti l’una. Se però l’autista ha effettuato un riposo di almeno 30 minuti può superare il limite di guida giornaliero, se ciò dovesse servire per rientrare a casa. Questo di più, poi, andrà recuperato entro la terza settimana successiva. 

Alcune modifiche sostanziali riguardano poi l’istituto del riposo settimanale. Di fatto continua a esistere nella doppia forma di regolare e ridotto, ma possono essere articolati in vario modo all’interno di un periodo di quattro settimane. È possibile cioè rispettare due riposi da 45 ore e altrettanti da 24, oppure ricorrere a tre da 45 e uno da 24 o a tutti regolari. In ogni caso i riposi ridotti vanno compensati tutti insieme prima della terza settimana successiva e, come avviene ora, agganciando il riposo a un periodo di riposo regolare. 

È poi previsto il ritorno a casa di autisti e veicoli entro la terza settimana, ma i riposi lunghi possono essere organizzati diversamente rispetto a oggi: le 45 ore possono essere previste anche nella terza settimana, quando vengono recuperate anche le ore non godute (21+21) nelle precedenti due settimane, concedendo agli autisti uno stacco di tre giorni (anziché di due). Inoltre, il riposo in cabina tornerà lecito, ma soltanto se consumato in aree di sosta certificate e aventi specifici (e molto dettagliati) requisiti di confort e sicurezza. In mancanza di queste aree attrezzate, il riposo settimanale regolare e ridotto o quello in compensazione va effettuato in una sistemazione diversa dalla cabina. Va bene un albergo (e ovviamente dovrà pagarlo l’azienda), ma anche la propria casa o un luogo privato. Va bene anche un traghetto se naviga per almeno dodici ore e sempre se l’autista ha a disposizione una cabina. 

 

Limiti al cabotaggio
Dalla proposta iniziale che appariva come una liberalizzazione, il testo votato lunedì scorso pone limiti evidenti al cabotaggio internazionale che potrà essere svolto in uno Stato limitrofo o alla fine di un servizio internazionale per 7 giorni, dei quali solo 2 (48 ore) destinati al trasporto stradale interno (cabotaggio). Dopo il ritorno nello Stato in cui il mezzo è registrato, sarà necessario aspettare 72 ore prima di poterlo riutilizzare per l’attività di cabotaggio.

 

Distacco
Il terzo pilastro riguarda il distacco internazionale per il quale l’Europa approva il principio dello «stesso salario per lo stesso lavoro». Quindi anche gli autisti che operano in un Paese terzo hanno diritto alla retribuzione di quel Paese dal primo giorno di incarico. Per ora queste regole si applicano solo alle operazioni di cabotaggio e non al trasporto internazionale.

 

Tachigrafo digitale e veicoli leggeri
Il pacchetto comprende anche una serie di regole armonizzate per i controlli, anticipa l’introduzione obbligatoria del tachigrafo digitale ed estende anche ai mezzi leggeri (sopra le 2,4 tonnellate) le regole del trasporto stradale (cabotaggio, tempi di giuda e stabilimento). 

 

Commenti
Dopo i commenti estremamente negativi dei sindacati degli autisti, adesso arrivano quelli molto più positivi delle associazioni di categoria. «Sono soluzioni che in generale ci appaiono di buon senso anche nei riguardi degli autisti, che rappresentano una ricchezza per le imprese di trasporto» dichiara Thomas Baumgartner, Presidente di Anita. Poi. Però solleva un dubbio: «Bisogna stare attenti a non assimilare le tratte stradali dei trasporti combinati alle operazioni di cabotaggio, in quanto le terminalizzazioni sono a tutti gli effetti parte di un trasporto internazionale e come tali devono essere sottoposte alle relative regole. Se così non fosse, si potrebbe registrare una brusca battuta d’arresto allo sviluppo dei trasporti combinati»

Meno positive appaio altre posizioni riunitesi trasversalmente in una lettera inviata da un gruppo di associazioni dell’autotrasporto di sette paese europei (per l’Italia c’è Conftrasporto), ai componenti del Parlamento europeo allo scopo di ottenere «un sistema più equo per imprese e lavoratori, affinché l’esercizio dell’attività si realizzi con regole omogenee».

Conftrasporto ha anche comunicato che «continuerà la sua battaglia in difesa degli interessi delle imprese italiane anche unendosi alla presa di posizione delle altre federazioni europee nel chiedere al Parlamento ulteriori modifiche».

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