L’intero ministero dei Trasporti sta vivendo un periodo particolarmente intenso di lavoro. E forse anche per questo le associazioni dell’autotrasporto raccolte in Unatras hanno atteso più di un mese dall’ultimo incontro avuto con il sottosegretario Edoardo Rixi per pretendere qualcosa di concreto, al di là delle generiche promesse espresse in quella sede. Ma adesso, a leggere il testo della lettera a firma del presidente Amedeo Genedani, inviata due giorni fa oltre che al sottosegretario delegato anche al ministro Danilo Toninelli, si capisce chiaramente che il tempo è scaduto e che quindi urge una convocazione in tempi brevi.
Anche perché se possibile alle tante questioni irrisolte e tutte elencate nella missiva, se n’è aggiunta un’altra particolarmente spiacevole e riguarda l’approvazione di un emendamento all’articolo 16 comma 1 del Decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109 (DL Emergenze) che, riformulando la definizione dei soggetti obbligati al versamento del contributo all’Authority dei Trasporti, di fatto finisce per ricomprendere tra questi anche le imprese di autotrasporto, andando così a vanificare le conclusioni a cui, sul tema, era giunta la stessa Corte Costituzionale. La questione, secondo Unatras, è grave non soltanto perché «il settore è liberalizzato … e non soggetto ad alcun regime di esclusiva o di diritti speciali» e quindi non avrebbe senso sottoporlo al controllo dell’Autority, ma soprattutto perché introduce «una nuova insopportabile tassa a carico degli autotrasportatori, che già versano una quota annuale ad Organismi che svolgono specifici compiti per il settore» e in più finirà per produrre «un’ulteriore delocalizzazione all’estero delle imprese di autotrasporto, la destrutturazione delle stesse per non rientrare nei fatturati a base del calcolo del contributo, l’aumento del conflitto intercategoriale tra i titolari di autorizzazione conto terzi e i titolari di licenze in conto proprio».
Ma come detto questa è soltanto l’ultima criticità sulla quale l’autotrasporto chiede un’interlocuzione. Le altre riguardano l’eliminazione del previsto taglio del 15% al rimborso accise sul gasolio; l’affidamento anche alle officine private delle revisioni dei mezzi pesanti; la previsione di un fondo per il rinnovo del parco veicoli; il riordino della normativa sui trasporti eccezionali; l’implementazione di controlli specifici per il contrasto alla concorrenza sleale; la ripubblicazione dei valori di riferimento dei costi di esercizio; la certezza dei tempi di pagamento.
E con un ordine del giorno così corposo tutto lascia presupporre che l’incontro con il governo, se e quando ci sarà, sarà particolarmente lungo e ancora una volta intenso.