Botta, risposta e poi di nuovo botta. Sembra questo il litemotiv dell’autotrasporto di questo inizio anno. E sempre, nel gioco dialettico, compare Cinzia Franchini, presidente di CNA-Fita. Anche se stavolta il tema oggetto di dibattito sembra toccare il vero nocciolo della questione, il tema dei temi: la riforma e la riorganizzazione dell’Albo per l’autotrasporto. Ma raccontiamo tutto con ordine.
La polemica inizia lo scorso 31 maggio quando la presidente CNA-Fita scrive un comunicato stampa in cui, facendo il punto rispetto all’uscita delle Province dalla gestione dell’Albo e prospettando il futuro affidamento di tali competenze alle Motorizzazioni, si dice «fortemente preoccupata delle ripercussioni negative che una simile riforma, non correttamente gestita, rischia di determinare sul territorio». Il rischio cioè per Franchini è quello derivante dal fatto di non aver contemplato, all’interno di questa altrimenti condivisibile riforma, «il tema delle risorse, umane ed economiche, e quello dei contrappesi necessari a garantire controlli e trasparenza». In più, aggiunge, c’è il timore che, «con il passaggio alle Motorizzazioni senza pensare a come trasferire le conoscenze, si contribuisca a un nuovo ingolfamento, precostituendo l’ennesimo mal funzionamento della burocrazia».
Da qui le domande: «gli addetti che possono garantire efficienza, ora dipendenti delle Province, verranno trasferiti alle Motorizzazioni? E con quali risorse? Laddove questo passaggio venisse garantito, come noi auspichiamo, come si pensa di uniformare le procedure che fino ad ora sono rimaste comunque differenti tra loro su scala provinciale?» Ma soprattutto Franchini lamenta il fatto che «le Motorizzazioni, se prima avevano una supervisione da parte delle Province, oggi il controllore è sparito. I casi di cronaca parlano chiaro: la corruzione in questo particolare segmento, è latente e diffusa e ancora una volta, se non si interviene efficacemente, a farne le spese sarebbero le imprese e i contribuenti».
Trascorre qualche giorno e Amedeo Fumero, capo dipartimento del ministero dei Trasporti, risponde in maniera secca e un po’ piccata a Franchini per fare notare che «sono proprio le associazioni dell’autotrasporto – compresa Fita e Unatras – ad aver fortemente e ripetutamente richiesto che la Motorizzazione riprendesse le competenze in materia di tenuta degli Albi, proprio per evitare una gestione disomogenea e frammentata. Inoltre, Fumero sottolinea che non è vero che le Province controllino gli uffici della Motorizzazione, ma al contrario sono questi uffici a essere l’Autorità competenza in materia di accesso alla professione.
Fumero ricorda pure che, come accade per ogni norma che interessi il settore, anche questa «verrà discussa con le associazioni» e, nel darle attuazione, si penserà a una struttura efficiente, «anche grazie a un adeguato trasferimento di fondi».
Ma che il capo dipartimento del ministero non abbia gradito le parole della Franchini lo si capisce chiaramente dall’invito che le rivolge «ad astenersi per il futuro da considerazione del tenore di quelle in commento, attivando invece un fattivo e preventivo confronto».
Incidente risolto? Neanche per sogno, perché Franchini proprio oggi è tornata alla carica innalzando ulteriormente il livello della polemica. Perché, dopo aver ribadito che criticare è assolutamente normale da parte di chi lavora, la presidente di CNA-Fita ricorda che la critica in questo caso era assolutamente politica, ma evidemente – osserva scrivendo direttamente a Fumero – «il suo stupore forse è dettato da una spiccata iper-sensibilità a simili questioni» o dalla «disabitudine nell’entrare in questioni con una marcata caratterizzazione politica e su cui il suo parere può e deve contare, ma su cui, di certo, non ha responsabilità».
Così, dopo aver ribadito che il suo comunicato serviva a mettere in guardia ministro e sottosegretario competenti rispetto ai rischi insiti in questo delicato passaggio, Franchini ribadisce che non voleva oltraggiare gli uffici della Motorizzazione, ma piuttosto ricordare una serie di possibili criticità della stessa, relative a disponibilità di personale, turnover dei dipendenti rispetto ai prepensionamenti previsti, obsolescenza informatica, maggiore impulso e strumenti per una concreta telematizzazione. «La Motorizzazione – prosegue Franchini – in taluni casi non riesce neanche a sopperire a banali manutenzioni» e quindi «non è aggiungendo responsabilità e funzioni che si risolvono questi problemi». Problemi che «esistono e nasconderli non servirebbe a nessuno, tanto meno a chi come Lei dovrebbe invece essere contento di avere chi se ne preoccupa responsabilizzando il decisore politico».
Ultimo rilievo critico è relativo addirittura all’intestazione della lettera inviata anche a Paolo Uggè, in quanto presidente di Unatras, cosa per Franchini assolutamente incomprensibile, visto che «Unatras non è un’associazione, ma più semplicemente un coordinamento di più entità associative dotate ognuna di autonomia … Mi domando: quale il nesso di tanto zelo?».