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Aspi. Energia cinetica dei veicoli per illuminare in autostrada

Stazioni di servizio alimentate dall’energia cinetica dei veicoli in decelerazione: parte la prima sperimentazione al mondo in autostrada per una mobilità sempre più sostenibile e moderna grazie allo sviluppo di tecnologie innovative

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Trasformare l’energia cinetica dei veicoli in decelerazione in energia elettrica, altrimenti dissipata in calore ai freni per illuminare una stazione di servizio o far funzionare un casello in autostrada. Questo in estrema sintesi il progetto Kinetic energy harvesting from vehicles” (KEHV), la prima sperimentazione in autostrada che prevede l’utilizzo di una piattaforma tecnologica sviluppata da Movyon, centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia e leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni avanzate di Intelligent Transport Systems e monitoraggio delle infrastrutture.

I primi test sono partiti in A1, nell’area di servizio Arno Est e proseguiranno nei prossimi mesi anche con la sperimentazione in una pista di pagamento pedaggio.
Secondo le prime stime, grazie al passaggio medio giornaliero di 9mila veicoli, un singolo modulo potrà produrre 30 Megawattora l’anno, corrispondenti a una riduzione di 11 tonnellate di CO2. Per fare un esempio, pari al consumo annuo di elettricità di un condominio composto da 10 famiglie. Tornando in autostrada, una barriera autostradale come Firenze Ovest ha un consumo medio annuo di elettricità pari a circa 60 MWh. L’installazione di due impianti renderà quindi possibile soddisfare in toto il fabbisogno energetico della stazione.

Movyon ha stimato che nelle barriere di Milano Nord e Milano Sud, con un traffico giornaliero mediodi circa 8mila veicoli pesanti e 63mila veicoli leggeri, gli impianti distribuiti sulle piste potrebbero raggiungere una produzione annua complessiva per ognuna delle due stazioni di oltre 200 MWh, con un risparmio di 70 tonnellate di CO2/anno. Nella seconda fase del progetto sono previste altre installazioni sulla rete in gestione.

Attraverso queste innovazioni tecnologiche Aspi punta a massimizzare l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, al fine di ridurre la carbon footprint e contestualmente aumentare la resilienza energetica dell’infrastruttura autostradale.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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