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Massa Carrara: tre arresti per autorizzazioni per trasporti eccezionali concesse in cambio di bustarelle

Il meccanismo era semplice: a chi serviva un'autorizzazione per trasporto eccezionale veniva presentato un tariffario privato, dove per ogni "servizio" veniva richiesto il versamento di una "busta". Oltre a tre dipendenti, finiti ai domiciliari otto titolari di aziende di autotrasporto, mentre un nono si occupava delle scorte

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Io ti concedo l’autorizzazione a effettuare trasporti eccezionali e tu, in cambio, mi dai qualche soldino, direttamente in contanti o se preferisci in buoni benzina. Lo schema è quello più consumato in fatto di corruzione, reato che, come spesso accade, si insinua dove esiste una criticità o una lungaggine burocratica, la cui rimozione viene messa in vendita, per così dire, da chi gestisce il processo amministrativo. In questo caso le mele marce dell’amministrazione sarebbero state tre dipendenti della Provincia di Massa Carrara che, stando alle ipotesi investigative della procura della città toscana, prendevano bustarelle in cambio del rilascio di autorizzazioni per i trasporti eccezionali in tempi rapidi e senza oneri per l’azienda di trasporto. Ed è proprio questo il motivo per cui, le dodici misure cautelari disposte con ordinanza dal giudice delle indagini preliminari riguardano, oltre ai tre dipendenti provinciali finiti in carcere (giacché le indagini sono ancora in corso e si teme che siano in grado di inquinare le prove), anche otto titolari di aziende di autotrasporto e un nono che gestiva un’azienda che gestisce il servizio di scorta, tutti finiti agli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa è di corruzione, truffa ai danni dello Stato e falso. Ci sono anche altre 23 persone indagate a piede libero.

Nelle carte dell’inchiesta si descrive un’organizzazione di poche persone, ma attenta a ogni minimo dettaglio, sia rispetto ai ruoli sia rispetto alle procedure. Inizialmente si stabiliva il contatto telefonico, quindi ci si riferiva a una sorta di tariffario molto preciso, stabilito in relazione a ogni singola prestazione. Poi si individuava il giorno prestabilito per l’incasso del pagamento, che avveniva ovviamente al di fuori degli uffici provinciali e veniva affidato tendenzialmente – a quanto si intuisce dalle intercettazioni – a uno tre arrestati, non a caso ribattezzato «il Busta». Addirittura, per non sollevare eccessivi sospetti, di tanto in tanto i tre personaggi alternavano alle autorizzazioni “bustate” un quantitativo minimo di autorizzazioni regolari. Ma la regolarità, in questo ufficio, era soltanto un’eccezione.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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