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Vicenza: la polizia sequestra tachigrafo sospetto. Il costruttore conferma: «È stato alterato il sotfware»

C’è voluto quasi un anno e il coinvolgimento della casa costruttrice del tachigrafo per trovare conferma a quanto gli agenti della Polstrada avevano subdorato. E che cioè il camion fermato per un controllo avesse lo strumento di registrazione manomesso, senza che però si riuscisse a capire come. Ora arriva dalla Svezia il verdetto

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Il capitolo dell’attività di autotrasporto dedicato alle manomissioni del tachigrafo sta iniziando a raccontare una nuova storia. Fino a ieri cioè il mancato funzionamento dello strumento di registrazione indotto dai taroccamenti era quasi sempre o di origine meccaniche o si basava su trucchi più o meno fantasiosi. Esemplare in tal senso la calamita posta sul bulbo del cambio che sicuramente è la forma di manomissione più gettonata nel corso degli anni. Ma adesso si cambia.

E lo si capisce da quanto è avvenuto in provincia di Vicenza, dove ormai quasi un anno fa gli agenti della Polstrada, giovedì 1° dicembre 2022, fermano un camion per un normale controllo e si accorgono subito che qualcosa nelle registrazioni non dice il vero. Quindi, innanzi tutto ritirano provvisoriamente la patente all’autista, perché in ogni caso sono sicuri che fosse stata condotta un’alterazione, e quindi sequestrano lo stesso tachigrafo per cercare di appurare di quale natura e tipologia fosse questa alterazione. 

Bussano alle porte di diverse officine, ma nessuna riesce a fornire una risposta. Così, decidono di rivolgersi direttamente in Svezia, perché qui c’è la sede – lo specifica la nota della questura vicentina – «della casa produttrice di tali macchinari». Passa diverso tempo e poi, in effetti, a distanza di qualche mese arriva la risposta, per adesso ancora parziale. Perché il costruttore ha confermato la manipolazione del tachigrafo e quindi ha certificato in qualche modo che sia stata commessa un’infrazione. Ma aggiunge che tale «manipolazione è di tipo avanzato» essendo direttamente mirata alla «modifica del software» con cui funziona lo strumento. Come sia stata realizzata e con quali strumenti non è ancora dato di sapere, ma per evitare che questa tipologia di manipolazione possa diffondersi e anche per tutelare la sicurezza stradale, verranno condotte ulteriori accertamenti. Insomma, si sta investendo sull’indagine per cercare di arginare l’eventuale diffusione del tipo di manomissione. 

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