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Va in galera l’imprenditore dell’autotrasporto accusato di estorsione e violenza contro un autista

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Il titolare di un’azienda di autotrasporto di Rubiera, accusato di aver picchiato un autista, è da ieri sera in carcere e ci rimarrà, salvo sconti di pena, per cinque anni e sei mesi. Cosa è accaduto di preciso? Ripartiamo dal principio.

Sulla busta paga dell’autista c’è una cifra, molto vicina a quella prevista dal contratto collettivo. L’autista la riceve e viene costretto a firmarla sotto minaccia di licenziamento. Poi in realtà la sua retribuzione risulta essere inferiore rispetto a quella indicata sulla busta. Mediamente gli tratteneva, senza giustificazione, circa 300 euro. La cosa succede una, dieci, troppe volte. E per di più, come tutti gli altri autisti della società, anche lui era obbligato a pagare le sanzioni prese alla guida, spesso come conseguenza di richieste illegali della società. Caso tipico, quello del sovraccarico

Alla fine l’autista si stufa e, di fronte all’ennesimo “invito” a firmare, si rifiuta e trattiene per sé la busta come prova per una successiva denuncia

Vincenzo Andronaco, però, il titolare dell’azienda di autotrasporto, un 45enne calabrese di origine, ma emiliano (di Rubiera) di residenza, non gradisce questo atteggiamento e glielo dimostra con i fatti. Anzi, con le mani. Perché una sera, insieme ad altri tre addetti della società e a un parente, tende una sorta di imboscata all’autista ribelle per dargli una lezione a base di pugni e di calci. L’autista però è un tipo tosto: incassa i colpi e va dritto a mostrare le ferite ai carabinieri, denunciando l’accaduto. Reato contestato: concorso in estorsione continuata.

Dopo le indagini inizia il processo, dove emergono chiaramente i comportamenti che gli autisti sono costretti a subire e viene trovata la prova anche dell’aggressione. Così, Andronaco viene condannato in primo grado nel 2012 e adesso una seconda volta. Ma stavolta la sentenza è immediatamente esecutiva e quindi l’uomo è stato accompagnato in carcere.

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