Arrivano le portacontainer nei porti italiani. Anche se non possono attraccare ovunque, perché spesso non esistono fondali profondi a sufficienza. Ecco perché la partita chiave diventa quella dei dragaggi. Ne è consapevole anche il ministero dell’Ambiente, che è impegnato a definire un regolamento sui dragaggi, ma anche a fissare gli opportuni «criteri nazionali e linee guida uniformi su procedure e interventi». A darne notizia è stato il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, la quale, intervenendo a un convegno sul tema organizzato da Federazione del mare, Assoporti e Federagenti, è anche entrata nel dettaglio del futuro provvedimento, in cui le operazioni di dragaggio saranno diversamente regolamentate a seconda se avvengono o meno all’interno o all’esterno di Siti di interesse nazionale (SIN). Perché – ha spiegato Velo – «per quanto riguarda le operazioni di dragaggio nei porti classificati non SIN, il ministero dell’Ambiente ha redatto un regolamento in cui si definiscono le linee guida nazionali che dovrà essere discusso, nelle prossime settimane, con le Regioni». Per quanto riguarda i porti nelle aree SIN, invece, il sottosegretario ha riferito che, attraverso l’azione congiunta dei ministeri dell’Ambiente, dei Trasporti, dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole, si sta predisponendo «un decreto che possa semplificare le procedure di approvazione e di esecuzione degli interventi», in modo da fornire «la certezza dei parametri da rispettare, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista della tutela della salute pubblica».
Quando questo lavoro di concerto tra diversi ministeri sarà concluso – ha terminato Velo – «avvieremo un confronto con tutti i soggetti coinvolti per arrivare a un documento che sia il più condiviso possibile. Sono convinta che lo sviluppo del sistema portuale sia una straordinaria opportunità per la crescita economica del nostro Paese, ma allo stesso tempo, una grande struttura ambientale».