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Vicenda ILVA: anche l’autotrasporto soffre e chiede incontro urgente al governo

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Quando si dice indotto… Le problematiche legate alla vicenda ILVA e alla posizione di ArcelorMittal, sempre più intenzionata al recesso dal contratto di acquisto, sta creando enormi problemi all’autotrasporto. Ecco perché tutte le associazioni del settore – in rigoroso ordine alfabetico: Anita, Assotir, CNA-Fita, Confartigianato Trasporti, Confcooperative, FAI-Conftrasporto, Fedit, Fiap, Legacoop Produzione E Servizi, Sna Casartigiani, Trasportounito e Unitai – hanno inviato al governo una lettera unitaria, chiedendo un incontro urgente, con l’intenzione di riuscire a trovare una soluzione in grado di salvaguardare le aziende fornitrici di servizi di trasporto al comparto siderurgico.

Dopo la posizione espressa dalla multinazionale franco-indiana nei giorni scorsi, infatti, le imprese di autotrasporto hanno lanciato un segnale di forte preoccupazione per il prosieguo della propria attività e per le gravissime conseguenze occupazionali che deriverebbero da un blocco dell’attività, avendo la stessa società sospeso i pagamenti dei servizi già eseguiti nei mesi scorsi. Di conseguenza, avvertono di non essere in grado di sostenere a lungo questi aggravi economici e finanziari.

Peraltro, queste aziende hanno già subito altre criticità in passato, a causa del mancato riconoscimento della condizione di “creditori prededucibili” da parte del Tribunale di Milano che ha determinato la perdita di svariati milioni di euro, malgrado esistessero due leggi, una del 2015 e l’altra del 2017, che si esprimevano in senso opposto. E anche questo è un argomento su cui le associazioni chiedono una soluzione.

Di quante imprese stiamo parlando? Nei calcoli di Trasportounito ci sono almeno duecento imprese, per un totale di oltre mille addetti. Tutte aziende che – si legge in un comunicato – «hanno pagato il prezzo del commissariamento da parte dello Stato lasciando sul campo corrispettivi non pagati per un valore di almeno 15 milioni di euro tutt’ora in contenzioso e molte aziende che proprio per questo contenzioso sono state costrette a chiudere».

«Il contenzioso con le gestioni commissariali – ha affermato Gianni Rendina, coordinatore Trasportounito Puglia – si somma drammaticamente con le conseguenze della crisi odierna, costringendo l’autotrasporto a porre in atto tutte le misure possibili di protesta per scongiurare la chiusura delle aziende e un vero e proprio dramma occupazionale». 


Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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