Un calo del 9,2% degli incidenti (186.726), del 9,3% dei feriti (264.716) e del 5,4% delle vittime (3.653): sono questo i dati salienti diffusi da Aci-ISTAT rispetto al 2012. Un dato salutato con soddisfazione anche se si dovrà capire se è ascrivibile solo alle nuove norme e alle misure di contrasto adottate o, almeno in parte, alla crisi economica, col conseguente consistente calo della mobilità anche nel settore del trasporto pesante.
Secondo Aldo Minucci, Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, «è un segnale positivo che premia l’impegno e le scelte fatte a partire dal 2001. Ma non è ancora soddisfacente, occorre puntare su norme e iniziative più incisive che riducano i rischi della circolazione. Il numero di morti continua a contrarsi, anche se una riduzione del 5,4% rispetto al 2011, non è neanche sufficiente a dimezzare la mortalità sulle strade rispetto al 2001. A maggior ragione, quindi, non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare a migliorare».
Minucci ripone aspettative in tal senso nel disegno di legge che attribuisce al Governo la delega per la riforma del codice della strada. «Ci auguriamo che si arrivi alla stesura di un Codice più snello, di per sé più chiaro per tutti i cittadini, che preveda innanzitutto la certezza della pena per chi commette gravi reati sulla strada. Siamo convinti che, anche in questo modo, si possa avviare un radicale processo di cambiamento culturale in grado di favorire un maggiore rispetto delle regole della strada»
Il Presidente della Fondazione ANIA evidenzia anche che il numero dei sinistri che le compagnie assicurative debbono risarcire a causa di incidenti stradali è di gran lunga superiore rispetto a quello segnalato da Aci Istat, pari a 186.726. La differenza è dovuta al fatto che l’ANIA, nell’elaborare i suoi dati, considera tutti i sinistri che sono denunciati in un anno alle compagnie di assicurazione, comprensivi di quelli che coinvolgono un solo autoveicolo e quelli in assenza di feriti. Dati, questi, che sono invece esclusi dal rapporto Aci Istat. «Sulla base dei dati rilevati dall’ANIA nel 2012 – precisa Minucci – il numero totale dei sinistri registrati è stato pari a oltre 2,6 milioni, mentre il numero di feriti e di morti è stato pari a circa 730mila, di cui 90mila sono da considerarsi invalidi permanenti gravi. Per il settore assicurativo si è assistito ad un calo del 15% del numero complessivo dei sinistri tra il 2011 e il 2012».
Le evidenze statistiche portano, tuttavia, a concludere che la riduzione del numero degli incidenti sia dovuta a fattori congiunturali, come l’aumento del prezzo del carburante e il peggioramento delle condizioni economiche generali e delle famiglie, che hanno determinato un calo della circolazione stradale. Anche il numero di feriti è risultato in forte calo tra il 2011 e il 2012 (da circa 900mila a circa 730mila); questa diminuzione è dovuta anche agli effetti positivi della norma che ha reso più stringenti i controlli sui danni lievissimi alla persona, prevedendo l’accertamento clinico e strumentale per la loro risarcibilità.
«Tutti questi elementi – conclude Minucci – si sono immediatamente riflessi sia sui prezzi di listino, come risulta dalle tariffe pubblicate dalle imprese per l’offerta delle polizze, che a settembre hanno registrato una riduzione su base annua dell’1,8% (fonte ISTAT), sia sui prezzi effettivi pagati dagli assicurati che, sempre a settembre 2013, su base annua, hanno registrato una riduzione del 4,4%. Oltre agli aspetti economici, per far si che la caduta degli incidenti stradali diventi strutturale, è necessario non abbassare la guardia, puntando su iniziative che riducano una volta per tutte i rischi sulle strade».