Il tunnel che attraversa la più alta montagna dell’Appennino rischia di chiudere e di azzoppare una delle principali arterie di comunicazione tra Est e Ovest del paese. Stiamo parlando del traforo del Gran Sasso, parte dell’autostrada A24 che collega Roma a Teramo. Strada dei Parchi, infatti, concessionaria oltre che della A24 anche della A25 che da Roma va verso Pescara, ha annunciato l’intenzione di chiudere la circolazione a partire dalla mezzanotte del 19 maggio. E la cosa che preoccupa è che della chiusura si conosce solo la presumibile data di inizio, ma non di termine.
Il perché della decisione della concessionaria è da ricercare nell’inchiesta condotta dalla procura di Teramo negli ultimi anni, ma che trova origine nel lontano 2002 quando dai laboratori dell’Istituto di Fisica Nucleare che ha sede sotto al Gran Sasso, ci furono degli sversamenti che contaminarono la falda idrica da cui scaturisce l’acqua che poi va a finire nei rubinetti di una larga fascia della popolazione abruzzese. Anche Strada dei Parchi venne coinvolta, in quanto considerata poco attenta nell’isolare le condutture di scarico del tunnel, giudicate all’origine della contaminazione. Nell’inchiesta furono imputate una decina di persone legate oltre che all’Istituto di Fisica e alla concessionaria autostradale, anche esponenti della società che gestisce l’acquedotto. Ecco perché oggi la decisione appare soprattutto proprio un tentativo per porre un argine alle polemiche ed evitare l’accusa di reiterazione di inquinamento ambientale, anche considerando che il 13 settembre prossimo ci sarà la prima udienza del processo.
D’altra parte la prospettiva di un traforo chiuso crea polemiche di altra natura, non soltanto a livello locale, ma anche nazionale. Il governo sta cercando di affrontare la questione prevedendo (nel decreto Blocca Cantieri) la nomina di un commissario, chiamato a gestire i necessari lavori per mettere in sicurezza l’arteria e che, stando alle attuali stime, richiederanno una copertura per almeno 172 milioni di euro.
La polemica scaturisce anche dall’interno del governo, visto che il sottosegretario ai Beni culturali, il pentastellato Gianluca Vacca, si è opposto fermamente alla chiusura ed è arrivato a minacciare, nel caso in cui venisse disposta, di chiedere al ministero dei Trasporti, guidato da un altro pentastellato (Danilo Toninelli), la revoca della concessione autostradale. Insomma, prima delle elezioni l’esecutivo ha un’altra gatta da pelare…