È un primo trimestre 2019 in sordina quello del mercato dei trasporti italiano. Il rapporto carichi-mezzi tra il nostro Paese e il resto del Continente si situa tra il 35 e il 45%, un risultato che ricalca il trend del 2018, ma più basso di qualche punto percentuale. È ciò che si deduce dai dati forniti dal Barometro Trasporti di Timocom, che oggi alle 12.00 segnava, ad esempio, un rapporto carichi: mezzi di 40:60.
In Europa non è che stiano molto meglio, sia ben chiaro, visto che da gennaio a marzo il rapporto carichi-mezzi nella borsa tedesca è stato pari a 52:48 (nell’anno precedente era 54:46). Però la situazione è più accettabile e vivibile di quella nostrana, confermando come i partner europei viaggino sempre a una marcia in più rispetto ai trasporti italiani.
Tutto da buttare allora? Fortunatamente no. Nelle relazioni con gli altri Paesi qualche buona notizia arriva dalla quota carichi con la Germania (72:28, mantenendosi nel primo trimestre sempre tra i 60 e i 70 punti), dalla sorprendente Ungheria (69:31 e una punta di 78 a febbraio) e dalla sempre affidabile Francia (64:36, in una media tra 65 e 70%). Molto deludente invece il mercato in entrata, con pochissimi carichi dall’estero se si esclude la Slovenia (51:49). Anche il mercato interno, di solito ricco di soddisfazioni, resta al di sotto delle attese con un rapporto tra il 48 e il 58%. In sintesi: una situazione stagnante che, se il mercato seguirà il grafico delle scorse stagioni, non dovrebbe vedere grossi miglioramenti fino a luglio.
PAURA BREXIT, ESPLODONO LE ESPORTAZIONI DALL’UE ALLA GRAN BRETAGNA – Nel frattempo la paura di un’uscita disordinata della Gran Bretagna dall’UE fa aumentare in modo massiccio le esportazioni di merci sull’isola, con un aumento del 112% nel primo trimestre del 2019 e trasporti su mezzi pesanti da tutta Europa verso la Gran Bretagna di oltre due volte superiori al 2018. Questo vuol dire che le aziende britanniche stanno incrementando le proprie giacenze in magazzino. Una Brexit senza accordo (no-deal) potrebbe infatti determinare un aumento dei periodi di attesa per i camion al confine con la Gran Bretagna e, di conseguenza, una ristrettezza nella fornitura di merci. Ma tutto questo non riguarda l’Italia, visto che da oltre Manica le richieste rimangono basse (29:71), anche se una punta del 55% a marzo aveva fatto sperare in un’inversione di tendenza.
Infine sul mercato tedesco e dell’Europa continentale la dinamica congiunturale è, come detto, attenuata. Colpa probabilmente dell’aumento dei pedaggi per mezzi pesanti in Germania di inizio anno, che ha provocato un calo delle offerte di trasporto del 12%.
Carichi/ Relazione
veicoli disponibili** inversa**
Italia–Europa 40/60 25/75
Italia-Italia 55/45 ——-
Italia-Francia 64/36 22/78
Italia-Germania 72/28 24/76
Italia-Svizzera 32/68 13/87
Italia-Repubblica Ceca 43/57 25/75
Italia-Gran Bretagna 29/71 06/94
Italia-Spagna 24/76 30/70
Italia-Austria 54/46 44/56
Italia-Belgio 20/80 15/85
Italia-Paesi Bassi 22/78 13/87
Italia-Ungheria 69/31 24/76
Italia-Slovenia 43/57 51/49
Italia-Polonia 38/62 24/76
** Dati al 29/04/19, ore 12:00-12:45