Quante volte vi è capitato di attraversare Bologna e rimanere imbottigliati nel traffico dell’autostrada che fiancheggia la tangenziale? Per risolvere quella problematica già nel 2016 venne siglato un accordo tra governo, autostrade ed enti locali per realizzare un Passante in sede e altre opere migliorative della mobilità dell’area. Poi, però il governo cadde e di quel Passante non se n’è fatto più niente. Adesso a Bologna ci sono già un’ottantina di cittadini (ma stanno crescendo in queste ore), riuniti in un comitato per l’allargamento della tangenziale-autostrada, pronti a presentare una class action contro il blocco di quell’infrastruttura sotto forma di una diffida di persone, da presentare al TAR, che si sentono danneggiate dagli incolonnamenti continui o dalle merci che non arrivano proprio a causa di quell’interruzione. Secondo Federico Gualandi, legale del comitato, «un procedimento amministrativo non può essere azzerato soltanto perché cambia la compagine politica, non può essere messo in stand bye… Si può cambiare idea, ma con gli strumenti opportuni».
Come se non bastasse la fase di stallo non consente di realizzare per un verso la terza corsia della A13 e, per un altro, la quarta della A14 verso Sud.
Infine, il comitato ha chiesto di accedere agli atti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per conoscere il progetto che sta venendo avanti attualmente, quello cioè di limitarsi ad allargare la sola tangenziale.