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Dichiaravano smarrimento carta tachigrafo per farla usare ad autisti della stessa società: tutti denunciati

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La polizia stradale alza il tiro sul controllo dei tachigrafi digitali, risalendo a monte dell’organizzazione aziendale e appurare le reali responsabilità. Lo dice la maniera in cui si è comportata qualche giorno fa di stanza sulla A21, ma lo dice pure come ha operato quella che, giusto un anno fa, aveva fermato un autista di Vittoria di 57 anni che viaggiava al volante del suo camion usando due carte conducente, la propria e quella di un altro conducente, da usare in modo alternato quando terminavano le ore di guida consentite. L’autista, messo alle strette, ammetteva l’addebito, anche se puntava l’indice contro la società. Senonché, dopo qualche accertamento, gli agenti si accorgevano che il titolare della seconda carta in realtà ne aveva dichiarata lo smarrimento qualche tempo prima, salvo poi ottenere il duplicato con cui aveva continuato tranquillamente a lavorare. Ma l’inghippo emergeva dal fatto che questo secondo autista lavorava per conto di un’altra società di autotrasporto, distinta da quella del camion condotto dal 57enne fermato, ma entrambe ragusane e, soprattutto, entrambe riferibili alla stessa proprietà. A quel punto la polizia stradale presentava le prime denunce, riferite alla prima ditta di autotrasporto e all’autista fermato. Ma la Procura di Ragusa, ricevuta la denuncia, indagava su altri veicoli della stessa azienda e anche su quelli dell’azienda datrice di lavoro dell’autista titolare della seconda carta

E qui venivano fuori scambi di carte conducente, ma soprattutto si appurava come, molte carte denunciate come smarrite e intestate agli autisti dei veicoli controllati, venivano poi affidate ad altri autisti della stessa azienda per riuscire a far giungere verso Nord, il più in fretta possibile, la merce presa in carico nel mercato di Vittoria. E così sulla base di questi rilievi la polizia stradale finiva per interessare diversi veicoli delle due aziende e diversi autisti. In ogni caso c’era bisogno di prove. E per procurarsele lo scorso 20 dicembre la procura ha inviato la polizia stradale a perquisire le due società di autotrasporto ragusane e a sequestrare i quattro veicoli (anche se per tre, essendo in altre regioni, era necessaria richiedere il sequestro ad altre procure) e materiale informatico. In più alla vigilia di Natale venivano consegnati gli avvisi di garanzia ai due titolari delle aziende e a sette autisti

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