Le banche dati dicono tanto. E potrebbero dire ancora di più, soprattutto per il recupero di imposte evase, andando a incrociare i loro contenuti. È quanto ha fatto la Guardia di Finanza di Vicenza che in questo modo ha scoperto come nei conti di una società di autotrasporto con sede a Camisano Vicentino (VI) qualcosa non andava per il verso giusto. Poi, stringendo il cerchio è emerso che nel 2015 e nel 2017 la società in questione non aveva presentato dichiarazione dei redditi. Quindi, è saltato fuori che anche rispetto all’Iva nel 2017 non figurava alcun versamento, malgrado svolgesse normalmente un’attività di servizi di trasporto. Infine, è anche emersa che in realtà la ditta sotto indagine era nata dalle ceneri di un fallimento e che quindi in qualche modo era riferibile alle stesse persone, che di fatto avevano continuato a utilizzare anche gli stessi strumenti e le stesse strutture.
Alla fine, recandosi direttamente in azienda, dall’analisi dei documenti contabili i numeri hanno preso contorni precisi. Così, è stato appurato che i ricavi nascosti al fisco ammontavano a più di 8 milioni di euro, mentre l’Iva non versata, per il solo anno 2017, era di oltre 730 mila euro. A quel punto, vista l’entità del mancato versamento (sopra i 250 mila euro, infatti, in base all’art. 10-ter del D.Lgs. n. 74/2000, tale omissione diventa una fattispecie di reato), gli uomini delle Fiamme Gialle hanno denunciato alla procura il legale rappresentante della società e allo stesso tempo hanno richiesto il sequestro di un importo corrispondente all’Iva evasa. Sequestro acconsentito dal Gip del Tribunale di Vicenza. Su questa base gli agenti della Finanza hanno sottoposto a sequestro una serie di beni, alcuni direttamente dell’azienda, come tre veicoli pesanti e un paio di semirimorchi, altri come una casa e una vettura, riferibili all’amministratore. Il tutto per un valore di 731 mila euro circa.