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Aree di servizio chiuse alle 18, mascherine introvabili, sicurezza precaria: l’autotrasporto dice no

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L’autotrasporto sta fornendo una prova di sacrificio, garantendo i rifornimenti e quindi una conservazione minima della vita quotidiana anche in questo frangente critico. Ma l’autotrasporto in prima linea comincia anche a essere preoccupato, perché è giusto garantire sia la mobilità delle merci, ma anche la sicurezza dei lavoratori del settore. Ecco perché da più parti si sono levate critiche che in alcuni casi hanno riguardato la chiusura delle aree di servizio dopo le 18, in altre le mascherine, in altre ancora le attività di carico. Ma andiamo a vederle nel dettaglio.

La protesta più vivace giunge dalla Sicilia e se ne fa interprete Aitras che arriva a prendere la misura più drastica, quella cioè di fermare la distribuzione delle merci se non verranno soddisfatte una serie di richieste. L’associazione presieduta da Salvatore Bella, infatti, giudica «perfettamente inutile consentire alle merci di viaggiare se bar, ristoranti e aree di sosta devono chiudere alle 18 e non consentono agli autisti di rifocillarsi e consumare un pasto alla fine della giornata di lavoro, nonché di espletare i propri bisogni fisiologici e lavarsi bene le mani per mantenere alto il livello di igiene».  Altre critiche, poi, le rivolge all’obbligo, richiesto da molti centri di carico, di usare le mascherine, perché secondo l’associazione siciliana non si può richiedere un qualcosa che è introvabile, almeno rispetto al modello prescritto.

Alla presa di posizione di Aitras ha comunque risposto prontamente l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, che ha inoltrato ai prefetti le tre richieste avanzate dall’Aitras:

1)    apertura delle aree di sosta 24h su 24 lungo tutta la rete autostradale e sulle superstrade, in quanto anche le attività presenti sulle aree (bar, ristoranti, servizi igienici) non sono luoghi di ritrovo, ma strutture al servizio di chi guida (che si tratti di autotrasportatori o di altre categorie che, per i motivi previsti nel DPCM, sono autorizzati a spostarsi);

2)    i centri di carico e scarico merci devono fornire agli autotrasportatori le mascherine prescritte qualora gli autisti non abbiano potuto reperirle;

3)    nei porti i servizi e le attività devono rimanere aperti negli orari in cui vi è movimentazione di navi in modo che gli autotrasportatori in attesa possano servirsene.

Anche Trasportounito, pur lanciando la campagna «Io resto… a guidare», al fine di dimostrare un senso di responsabilità dell’autotrasporto maggiore rispetto a quello evidenziato anche da soggetti istituzionali, chiede al governo di intervenire subito perché siano poste in essere condizioni “umane”, tali da garantire agli autotrasportatori e ai conducenti i requisiti minimi per proseguire nella loro attività. E anche in questo caso le richieste sono tre, molto simili a quelle di Aitras, nel senso che oltre alla richiesta di tenere le aree di servizio in autostrada aperte ininterrotamente e a chiedere ai centri di carico e scarico di dotare gli autisti della maschierina, si chiede pure di consentire la discesa del conducente dal veicolo una volta giunto a destinazione dopo ore e ore di guida.

Il segretario dell’associazione, Maurizio Longo, ha sottolineato che le aree di servizio, in quanto tali, devono garantire «a chi lavora sulle strade un servizio minimo di garanzie di servizi igienici, ma anche di beni base di sostentamento. Equiparare le aree di servizio in autostrada a pub o a locali della movida rappresenta una delle tante follie alle quali stiamo assistendo».

 

Infine, anche il Sindacato di Base Multicategoriale di Trento ha scritto alle direzioni aziendali delle imprese esercenti servizi di autotrasporto merci su strada per richiedere di dotare gli autisti sia di mascherine e di guanti idonei a prevenire il contagio (almeno se operano a diretto contatto con lavoratori e lavoratrici mobili), sia di prodotti a base alcolica idonei a disinfettare la cabina di guida e garantire l’igiene personale, e di esentarli dall’effettuare direttamente le operazioni di carico e/o scarico delle merci, ma accontentandosi di vederli predisporre il complesso veicolare con cui consentire la consegna.

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