Il Covid-19 – o coronavirus, come è meglio conosciuto – continua a fare paura. Ma ancor più preoccupante dell’infettività del morbo appare l’ondata di psicosi e di panico che sta colpendo a tutti i livelli la popolazione italiana ed europea.
Ultimo episodio in ordine di tempo quello segnalato da Conftrasporto, una vicenda che ha veramente dell’incredibile. Un camion proveniente dalla Germania con un carico di materiale edilizio destinato a una scuola di Gorizia, tranquillamente in viaggio verso la sua destinazione, arrivato al confine del Brennero improvvisamente si ferma. L’autista scende e si rifiuta di entrare nel nostro Paese. Quando gli si domanda il motivo, la risposta è scioccante: «Ho paura di prendere il coronavirus». Quindi scarica la merce, abbandona il carico e se ne torna indietro.
Colpo di testa personale? Non pare proprio. L’impresa da cui dipende, che ha sede in Germania, spiega infatti che non vuole far viaggiare i propri teutonici conducenti nelle regioni del Nord Italia e afferma tuttavia che sta cercando un autista che sostituisca il fuggitivo. Italiano? Ma no, polacco. Risultato: non cambia nulla. Dall’alba di oggi il carico è ancora lì, fermo al valico, in attesa di una soluzione.
Sembra la trama di un film catastrofico di serie B, invece è tutto vero. Un episodio che fa ben capire quale sia il grado di isteria e pregiudizio nei confronti degli italiani che la diffusione del virus ha scatenato.
Rabbiosa la reazione del vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè: «Tutto questo è inammissibile – sbotta – Siamo alla psicosi, che dilaga grazie a una cattiva informazione, a una campagna di comunicazione fatta con i piedi, che ci sta tornando indietro come un boomerang e con gli interessi».
Secondo Uggè la prima manovra da fare per contrastare l’epidemia di coronavirus dovrebbe essere quella di nominare un commissario straordinario che gestisca il nodo della comunicazione e che faccia chiarezza, evitando una pericolosissima disinformazione: «In questo modo si eviterebbe di alimentare l’allarmismo che sta contagiando il Paese e che minaccia di avere conseguenze gravissime sull’economia italiana».
Secondo il vicepresidente l’Italia sta già pagando un conto molto salato: «Un esempio su tutti – aggiunge ai microfoni del Tgcom 24 – In Valle Seriana, in provincia di Bergamo, abbiamo aziende che rischiano di perdere 100 mila euro al giorno, con dipendenti in cassa integrazione o licenziati, una catastrofe economica che non riguarda certo solo le zone rosse. E anche se in Cina si sta riprendendo a lavorare, le merci che arrivano in Italia, dove le materie prime vengono trasformate, non trovano i nostri porti in grado di funzionare e vengono quindi dirottate su porti stranieri. Rischiamo di perdere, solamente in dazi, oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro».
Uggè quindi chiede al Governo di intervenire con decisione sull’episodio del Brennero, che anche a nostro giudizio costituisce una brutta pagina nei rapporti con la Germania, specie se non resterà un caso isolato e nonostante le rassicurazioni dell’Unione Europea sulla reciproca assistenza tra i Paesi membri per contrastare l’epidemia.