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Lavoro nero ed evasione in un’azienda siciliana: autisti part time lavoravano 70 ore a settimana

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Spiace parlare di evasori fiscali e aziende fuori dalla legalità quando il problema tocca il mondo del trasporto merci, perché siamo convinti che la stragrande maggioranza dell’autotrasporto sia piena di lavoratori onesti che pagano fino all’ultima tassa. Ma il dovere di cronaca ci impone di segnalare l’ennesimo, clamoroso e vergognoso caso che ha visto cadere nelle mani della Finanza l’imprenditore V.C. di Carini, in provincia di Palermo, in Sicilia.

Le accuse sono pesanti: assunzioni false, autisti che lavoravano più di quanto previsto dal contratto e imposte non versate. La ditta di Carini sottoposta a indagine, attiva nel settore del trasporto merci su strada, lavorava sull’intero territorio siciliano in via esclusiva per una catena di vendita di elettrodomestici e prodotti di elettronica. Secondo la Guardia di Finanza questa impresa ogni qual volta consegnava delle merci, non avrebbe emesso quasi mai ricevuta fiscale, consentendo così all’imprenditore di occultare ricavi, nel corso degli ultimi quattro anni, per più di 1 milione di euro, «con il conseguente mancato pagamento delle relative imposte per circa 700 mila euro tra Irpef, Iva e Irap».

I controlli hanno poi permesso di scoprire quattro dipendenti in nero, privi cioè di un qualsiasi contratto, e altri 45 impiegati irregolarmente, «poiché assunti con contratto part time orizzontale ma, di fatto, impiegati in modalità full time. In particolare, questi ultimi effettuavano settimanalmente 70 ore di lavoro, 50 in più rispetto alle 20 settimanali previste nei contratti».

Ma non basta. Nella ditta siciliana esisteva «una consolidata prassi aziendale… con l’interposizione fittizia di altri due soggetti economici, operanti nello stesso settore merceologico, che procedevano all’assunzione formale di diversi lavoratori, i quali tuttavia continuavano a operare sotto la direzione e il controllo del titolare dell’impresa sotto indagine». È un uso assolutamente truffaldino dell’istituto del distacco, senza la necessaria formalizzazione scritta del contratto (requisito essenziale) e in assenza di concrete necessità aziendali. In questo modo si rinviavano a tempo indeterminato gli scatti di anzianità dei lavoratori dipendenti, con evidente – ma illecito – risparmio economico per l’impresa. Ben 27 dipendenti erano coinvolti in questa truffa. Le sanzioni amministrative in materia di lavoro, secondo le Fiamme Gialle, ammontano a circa 60 mila euro.

Difficile non rimanere sconcertati di fronte a così tante malefatte.

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