La protesta per la morte dell’autotrasportatore avvenuta ieri al VTE di Genova non si ferma. Lavoratori e sindacati hanno continuato anche nella giornata di oggi a bloccare gli accessi al porto genovese. Alla tragica vicenda della morte di Fata si è infatti aggiunta la mancata soluzione del caso Pietro Chiesa, la compagnia che dopo la chiusura del terminal del carbone è destinata a scomparire, mettendo a rischio le sorti di 24 lavoratori (i cosiddetti “carbunin”).
La protesta sul Lungomare Canepa ha provocato da questa mattina il blocco della circolazione in città, con ripercussioni anche sull’autostrada, a causa delle centinaia di Tir in fila diretti al Porto che da ieri non possono oltrepassare il varco di Ponte Etiopia.
La situazione è poi andata migliorando dal primo pomeriggio, quando alcuni varchi portuali sono stati riaperti e i camion hanno cominciato a defluire verso gli ingressi. Il blocco si è allentato e i camion adesso possono entrare. La schiarita è dovuta alla convocazione da parte della Prefettura per un incontro domani a mezzogiorno in cui discutere la ricollocazione dei lavoratori della storica compagnia portuale in liquidazione. Lo sciopero dei lavoratori comunque proseguirà ad oltranza fino ad una soluzione della vertenza.
Alcune voci di dissenso sul prolungamento della protesta si sono levate dal sindaco di Genova e da Trasportounito. «Per il futuro bisognerà trovare il modo di utilizzare altre forme di manifestazione – ha spiegato il sindaco, Marco Bucci – misure che ovviamente possano permettere di protestare, ma limitando il disagio dei cittadini”.
Dal canto suo Trasportounito ha chiesto «l’immediata rimozione del blocco dei varchi del porto di Genova e il ripristino della piena operatività dello scalo marittimo e dei suoi terminal, paralizzati in modo illegittimo da una manifestazione non autorizzata e non annunciata».
«I lavoratori della Compagnia Pietro Chiesa – ha detto Giuseppe Tagnocchetti, segretario genovese di Trasportounito – hanno certo il diritto di difendere il loro posto di lavoro, ma non possono farlo bloccando l’economia di un’intera città e del maggiore porto italiano, mettendo a repentaglio centinaia di operatori dell’autotrasporto e causando danni incalcolabili alla merce e alla filiera logistica”.
Trasportounito ha chiesto anche l’individuazione e la sanzione di quanti stanno provocando un fermo del tutto illegittimo, «all’indomani dello sciopero sindacale proclamato per rivendicare legittimamente più elevati standard di sicurezza, dopo la tragedia avvenuta nel terminal Vte, e il fermo delle attività di autotrasporto che per le festività pasquali sarà anticipato a venerdì e proseguirà sino a lunedì». Una circostanza questa – chiude il comunicato – che ha spinto «le imprese di autotrasporto a inviare oggi un maggiore numero di mezzi (tutti bloccati nel Ponente genovese) per garantire il rispetto degli impegni contrattuali”.