Camion e autobus condividono buona parte della normativa sui tempi di guida e di riposo. E anche certi stratagemmi. Lo dimostra l’escamotage trovato da un sessantenne autista di autobus turistici, dipendente di una società friulana, che tornando da Venezia dopo aver accompagnato una scolaresca a Venezia, è stato fermato nei pressi di San Donà. Nel corso del controllo gli agenti della municipale si sono accorti che nel tachigrafo non c’era la sua carta, ma quella di un’altra persona. Ma a farli sobbalzare sul sedile della volante è stato il fatto che, andando a consultare gli archivi e digitando il nominativo riportato su questa carta, hanno ottenuto una risposta laconica: «Deceduto nel 2014».
A quel punto il sessantenne ha cercato di giustificarsi, dicendo che siccome aveva messo le due carte nello stesso cassetto alla fine ha finito con il confondersi, prendendo quella sbagliata. Ovviamente gli agenti non hanno creduto a questa ricostruzione e, oltre alle consuete sanzioni previste dal codice della strada, lo hanno anche denunciato alla procura con l’accusa di falso.