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Rinnovo del parco: l’autotrasporto può attendere. Intanto arriva un sostegno per i van e medi elettici

L’extrafondo da 600 milioni annunciato da Salvini in un’audizione al Senato non compare nel Dl Infrastrutture approvato da Palazzo Chigi. Secondo i bene informati sarebbe una promessa da concretizzare entro il 2027. Avrà invece tempi più brevi la rottamazione prevista in fase di revisione dei fondi Pnrr: il Governo ha proposto di usare i 597 milioni stanziati per le colonnine di ricarica per una maxi rottamazione di auto termiche a favore di quelle elettriche dove rientrerebbero anche i commerciali fino a 12 ton con un contributo fino al 30% del costo

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Scatterà solo nel 2027 la rottamazione dei veicoli pesanti, mentre si intravede all’orizzonte un contributo per il ricambio dei mezzi commerciali fino a 12 tonnellate. È l’effetto incrociato dell’extrafondo da circa 590 milioni per il rinnovo del parco mezzi dell’autotrasporto annunciato dal ministro Matteo Salvini in un’adizione al Senato il 3 aprile scorso e proposto per il dopo Pnrr e dello spostamento di 597 milioni stanziati dal Pnrr per l’installazione delle colonnine di ricarica elettriche, ma che il Governo pensa di utilizzare per una nuova rottamazione delle auto in cui ci rientrerebbero anche veicoli N1 e N2 in uso presso le microaziende. 

Lo stop per i pesanti

Il testo del Dl Infrastrutture che contiene novità per il settore, tra cui nuove norme sui tempi di attesa al carico, approvato ieri dal Consiglio dei ministri ha portato in dote solo 12 milioni, che in realtà sono una restituzione di fondi sottratti alla categoria dalla dotazione strutturale di 240 milioni annuali. L’extrafondo da 590 milioni, accolto dal plauso da molte associazioni di settore, tra cui Anita, Unrae, Anfia, Federauto e Unatras, invece non è rientrato nel provvedimento, ancora oggetto di limature varie e in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma sarebbe rimasto – secondo fonti vicine al dossier – sotto forma di promessa (seppure ancora non scritta nero su bianco) del ministro e vicepresidente del Consiglio agli autotrasportatori da attuare, però, nel 2027, ovvero dopo la chiusura del Pnrr. In una nota di Unatras, il presidente Paolo Uggè ricorda che «nel decreto trovano spazio anche risorse economiche immediate per il comparto: sia per interventi nel prossimo biennio, sia per il fondo pluriennale da quasi 600 milioni di euro destinato al rinnovo del parco mezzi, in linea con il principio della neutralità tecnologica»ma si affretta a specificare che «in attesa del prossimo confronto con il ministro riteniamo che quanto ottenuto finora dimostri la bontà del percorso avviato. Ora serve continuità per dare piena attuazione alle intese e costruire un futuro più sicuro, efficiente e sostenibile per l’autotrasporto italiano».
Meno esplicite le altre associazioni che per il momento tengono la bocca cucita in attesa di capire che strada prenderà la trattativa sulla parte economica. Anche ambienti vicino al viceministro Edoardo Rixi – raggiunti da Uomini e Trasporti – fanno sapere di non avere notizie del fondo, d’altra parte un comunicato del vice di Salvini aveva indicato in 12 milioni la dotazione economica stanziata a favore dell’autotrasporto dal Dl Infrastrutture.

Dal Pnrr risorse a sostegno dei leggeri elettrici

Arriverebbe invece dalla proposta di revisione tecnica del Piano nazionale di ripresa e resilienza presentata il 21 marzo scorso a Bruxelles e approvata ieri dalla cabina di regia di Palazzo Chigi un fondo da 597 milioni, precedentemente destinato all’installazione di colonnine, ora travasato per sostenere l’acquisto di mezzi elettrici, auto e veicoli commerciali. Un piano di rottamazione da concludere entro giugno 2026 che il Governo starebbe progettando a sostegno dell’acquisto di auto elettriche a fronte di una rottamazione di un veicolo termico da parte delle famiglie con un contributo basato sul reddito, estendendo l’incentivo anche alle microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali N1 e N2, quindi fino a 3,5 e 12 tonnellate con un bonus che – secondo alcune indiscrezioni – potrebbe essere pari al 30% del costo del mezzo con un limite massimo di 20mila euro. Un piano che è in via di definizione e che attende il via libera di Bruxelles, ma che se andasse in porto, arriverebbe sicuramente prima del 2027. 

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