Non servirà un accordo sindacale o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro prima di installare i sistemi di geolocalizzazione sui camion che fanno trasporto di rifiuti pericolosi, iscritti nella sezione 5 dell’Albo nazionale gestori ambientali. È stato proprio l’ente del ministero dell’Ambiente, come riportato anche da una circolare di Anita, a chiarire il passaggio con una FAQ pubblicata di recente sul proprio sito (qui il link https://www.albonazionalegestoriambientali.it/Public/Faq) chiamando in causa la circolare 2/2016 dell’Ispettorato del Lavoro che chiarisce le modalità operative degli impianti GPS sui luoghi di lavoro, esentando da autorizzazioni o accordi quando la tecnologia diventa strumento di lavoro.
L’installazione del GPS a bordo dei mezzi è un passaggio importante richiesto nell’ambito dell’attuazione del sistema RENTRI per la tracciabilità dei flussi dei rifiuti, al quale la redazione di Uomini e Trasporti ha dedicato una guida pratica “Rifiuti 4.0 – L’era del RENTRI” edita con il patrocinio dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali che verrà presentata in anteprima il prossimo 4 novembre nell’ambito della fiera Ecomondo a Rimini (l’evento è gratuito: ai partecipanti verrà data in omaggio una copia del libro).

Dal 1° luglio 2025 è scattato l’obbligo di installare sistemi di geolocalizzazione per le aziende iscritte al RENTRI nella categoria 5, quella per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi, ovvero sostanze che presentano caratteristiche pericolose per la salute umana o per l’ambiente come per ad esempio, rifiuti chimici, medici, o industriali. Una circolare del 22 maggio 2025 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali applica la Deliberazione n. 3 del 19 dicembre 2024 con la quale veniva introdotto l’obbligo. Fino al 31 dicembre le aziende iscritte dovranno attestare la presenza di questi sistemi mediante la sottoscrizione di una dichiarazione generata automaticamente dalla piattaforma informatica. Dal 1° gennaio 2026, invece, la presenza di sistemi di geolocalizzazione sarà un requisito da attestare direttamente al momento di presentazione delle domande di iscrizione o variazione del parco veicolare. È atteso un decreto attuativo del ministero dell’Ambiente per stabilire le modalità di trasmissione dei dati relativi ai percorsi, che comunque scatterà dal 2027.
Nel frattempo, l’ente guidato da Daniele Gizzi è intervenuto sulla procedura di installazione del GPS richiamando la circolare 2/2016 dell’Ispettorato del Lavoro che indica la procedura per l’installazione dei sistemi nei luoghi di lavoro dove si legge: “qualora i sistemi di localizzazione siano installati per consentire la concreta ed effettiva attuazione della prestazione lavorativa (e cioè la stessa non possa essere resa senza ricorrere all’uso di tali strumenti), ovvero l’installazione sia richiesta da specifiche normative di carattere legislativo o regolamentare (es, uso dei sistemi GPS per il trasporto di portavalori superiore a euro 1.500.000,00, ecc.) – si può ritenere che gli stessi finiscano per “trasformarsi” in veri e propri strumenti di lavoro e pertanto si possa prescindere, ai sensi di cui al comma 2 dell’art.4 della L. n.300/1970, sia dall’intervento della contrattazione collettiva che dal procedimento amministrativo di carattere autorizzativo previsti dalla legge”. Quindi, in questo caso, essendo la geolocalizzazione resa obbligatoria per quelle categorie di trasporti, va intesa come strumento di lavoro e installata senza ulteriori passaggi interni o burocratici.


