Il divieto di sorpasso imposto da Autostrade per l’Italia ai veicoli pesanti lungo il tratto Incisa-Reggello/Chiusi dell’A1 ha acceso gli animi del mondo dell’autotrasporto. A una settimana dall’entrata in vigore della misura, Assotir boccia senza appello il provvedimento: «Non ha migliorato la sicurezza, non ha reso più fluido il traffico e sta generando costi insostenibili per le imprese».
«Autostrade per l’Italia ha preso una decisione così impattante senza ascoltare chi ogni giorno lavora su quelle strade – commenta Anna Vita Manigrasso, Presidente nazionale di Assotir –. Il risultato? Aumenti dei costi, consegne ritardate e difficoltà crescenti nel rispettare gli impegni con i committenti. Tutto questo senza un confronto, senza una valutazione condivisa».
Secondo Manigrasso, il provvedimento nasconde anche un atteggiamento di «arroganza istituzionale», che rischia di trasformarsi in un nuovo attacco all’immagine del settore.
«Ancora una volta – aggiunge – si scaricano le responsabilità sui trasportatori, come se fossero loro la causa dei problemi di sicurezza o di traffico. È un messaggio ingiusto e dannoso, che merita una risposta compatta da parte di tutta la categoria».
È Claudio Donati, segretario Generale di Assotir, a quantificare in concreto l’impatto che la misura ha avuto sull’autotrasporto: «I dati della prima settimana parlano chiaro: i tempi di percorrenza per i camion si sono allungati di circa 20 minuti a tratta. Per il settore questo si traduce in milioni di euro di costi aggiuntivi al giorno. Quanto alla sicurezza, i primi riscontri non mostrano variazioni significative nel numero di incidenti. Dunque, gli obiettivi dichiarati da Autostrade – più sicurezza e più fluidità – sono stati clamorosamente mancati».
Assotir invita ora le altre associazioni del settore a fare fronte comune, chiedendo al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, di intervenire come mediatore per ristabilire un tavolo di confronto. «Serve un segnale di unità – conclude Manigrasso –. Solo presentandoci compatti possiamo ottenere ascolto e rispetto. Il ruolo del ministro sarà decisivo per riportare buon senso e dialogo in una vicenda che, al momento, penalizza solo i trasportatori».
In sintesi, il messaggio lanciato da Assotir è chiaro: «basta decisioni calate dall’alto». Prima di imporre nuove regole, chi gestisce le infrastrutture viarie della penisola dovrebbe ricordare che sono proprio i camion – e chi li guida – a garantire ogni giorno i rifornimenti che consentono il funzionamento del Paese.


