Andamento altalenante per il prezzo del gasolio extrarete nel mese di novembre, con picchi, discese e risalite che fanno avvertire l’influenza della contingenza e dell’aumento della domanda sui mercati. Tra il 28 ottobre e il 24 novembre il prezzo (comprensivo dell’Iva) è aumentato del 2,9%, passando da 1,534 a 1,579 euro, una crescita che non si registrava da mesi, una specie di onda lunga che ha attraversato l’intero Paese con sfumature diverse a seconda delle aree geografiche. È quanto emerge dal monitoraggio curato da Figisc, l’associazione dei gestori degli impianti di rifornimento, in esclusiva per Uomini e Trasporti.

Il Nord, come di consueto, ha mostrato l’andamento più dinamico: una prima fase di stabilità, seguita da un incremento graduale a partire dalla seconda settimana di novembre, fino a toccare i valori più alti verso il 20 del mese. Una parabola misurata ma percepibile, segnale di una pressione sui listini che si è fatta via via più evidente.
Il Centro ha viaggiato quasi in parallelo, con variazioni contenute e una crescita leggermente più morbida rispetto al Nord. Qui il movimento dei prezzi è apparso più composto, come se la regione assorbisse le oscillazioni nazionali smussandone gli spigoli.
Il Sud e le Isole, tradizionalmente su livelli medi più elevati, hanno confermato la loro posizione: una fascia superiore stabile nei primi giorni, poi un progressivo rialzo che ha seguito il trend nazionale senza strappi, ma con un profilo sempre qualche centesimo sopra le altre macroaree. La media nazionale, frutto della ponderazione dei volumi di vendita, ha sintetizzato questa danza di piccoli movimenti con una linea ordinata e leggibile: un’Italia che parte da valori già in salita a fine ottobre e che, senza accelerazioni improvvise, scivola verso l’alto nella seconda metà del mese.
A spiegare questi movimenti concorrono diversi fattori che, nelle stesse settimane, hanno toccato in modo diretto o indiretto la filiera petrolifera italiana. Tra questi, la pressione dai mercati internazionali del greggio: le quotazioni del Brent hanno mostrato una tendenza rialzista dovuta alle aspettative di un’offerta più rigida nei mesi invernali. Anche variazioni modeste del prezzo del greggio si riflettono con un certo ritardo sui listini nazionali dei carburanti, contribuendo alla lenta risalita osservata. Inoltre, la fase autunnale è spesso caratterizzata da una maggiore domanda di prodotti energetici in Europa. Questo può generare un aumento dei margini di raffinazione, che si traduce in piccoli aggiustamenti al rialzo del prezzo dei carburanti. L’andamento “a scalini” visto nel grafico rispecchia bene questo tipo di dinamica. Infine, il gasolio, come tutti i prodotti petroliferi, è prezzato in dollari.


