Se il lavoro in Italia ha un motore, è la logistica. Nel 2024, quasi un annuncio su cinque (18,6%) fra tutti quelli pubblicati nel Paese ha riguardato questo settore, per un totale di circa 619.000 offerte. Numeri che, pur segnando una flessione rispetto alle 700.000 del 2023, restano ben al di sopra dei livelli pre-pandemici.
È il quadro tracciato dal nuovo rapporto «Logistics – 2025 Europe Workforce Trends», realizzato da Gi Group Holding in collaborazione con Lightcast, che fotografa un comparto in piena trasformazione, sospeso fra automazione e carenza di talenti. Uno studio che conferma cioè quanto il comparto stia cambiando pelle, stretto tra digitalizzazione, carenza di competenze e un mercato del lavoro che non corre più come una volta.
L’Italia dei numeri
- 18,6%: la quota di annunci nazionali che riguarda la logistica
- 619.000: le offerte totali nel 2024
- 24,7%: la concentrazione della domanda a Milano (era 17,5% nel 2019)
- 19,6%: quella di Pescara, una delle città più “calde” d’Europa
- 96: lo Skills Gap Index del trasporto ferroviario, la competenza più introvabile
- 20%: la quota di donne nel settore (uguale alla Spagna, sotto la media UE)
- +362,4%: l’aumento delle richieste di skill legate alla sostenibilità (Net Zero)
- +77,4%: la crescita delle competenze cyber per la sicurezza delle supply chain
Significativa è poi l’impennata della richiesta di competenze in ambito sostenibilità – Net Zero (+362,4%), strategie sostenibili (+344,4%) e sviluppo sostenibile (+174,6%) – per le quali la logistica si trova oggi a competere non più solo con le imprese edili o tecnologiche, ma anche con gli attori dell’economia verde, ugualmente alla ricerca di profili con questo tipo di skill, a cominciare da quelli ingegneristici. Trend in aumento anche per le competenze in ambito cyber, sempre più necessarie per la sicurezza delle catene di approvvigionamento, quali cyber safety (+77,4%), sicurezza informatica (+27,5%), cyber engineering (+5,2%).
Interessante è anche lo Skills Gap Index dell’Italia, vale a dire le skill di più difficile reperibilità in Italia a confronto con altri Paesi europei su una scala da 0 (difficoltà minima) a 100 (difficoltà massima). Il gap riguarda un ampio spettro di skill, da regolamentazione e compliance (92) e business strategy (76) a skill in ambito trasporto ferroviario (96) e trasporto merci via terra (84) fino alle competenze di ingegneria industriale (47). Questo significa che in generale le competenze più difficili da reperire sono ricercate nel contesto del trasporto ferroviario.

E nel resto del mondo?
- in America Latina gli annunci sono cresciuti del +76,7% medio annuo tra il 2020 e il 2024,
- in Europa “solo” del +19,9%, segno che il boom post e-commerce si sta stabilizzando,
- nel Regno Unito la crescita prevista per i prossimi anni rallenta allo 0,9%,
- e intanto il mercato globale dell’automazione logistica corre da 17 a 49 miliardi di dollari entro il 2033.
- nella top 10 europea delle piazze emergenti spiccano due città italiane, Cremona e Pescara. Nel capoluogo lombardo la concentrazione della domanda è cresciuta dal 17,5% nel 2019 al 22,3% del 2022 fino al 24,7% del 2024.
Donne, welfare e stereotipi: il vero collo di bottiglia
Lo studio parla chiaro: la logistica resta un mondo per uomini. Non tanto per i carichi, ormai spesso movimentati da robot e mezzi automatici, quanto per gli stereotipi e la mancanza di politiche di welfare: appena lo 0,5% delle aziende europee prevede misure di sostegno alla genitorialità.
Un paradosso, se si considera che proprio il settore ha bisogno disperato di nuove energie e competenze.
Tecnologia sì, ma serve ancora il fattore umano
Automazione, AI, robotica: tutti ne parlano. Ma, avverte il report, la vera emergenza è il capitale umano. Trovare tecnici, gestori di supply chain, esperti di cyber safety e figure manageriali capaci di guidare il cambiamento è oggi la vera partita.
“Le aziende della logistica si trovano di fronte a una sfida cruciale: colmare il gap di talenti e competenze” — spiega Ketty Cestaro, Division Manager Logistica di Gi Group. “Solo chi saprà combinare tecnologia e centralità delle persone potrà affrontare con successo la disruption in atto.”
In definitiva la logistica resta un gigante dell’occupazione, ma senza nuove competenze rischia di trasformarsi in un colosso… con i piedi di pallet.


