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Ammettersi di essere fragili: il vero coraggio di essere umani

Di intelligenza artificiale ne abbiamo parlato per conoscerla meglio, per trovarne le applicazioni, io stessa la uso per revisionare i testi, fare ricerche, riordinare appunti. Un giorno però, chiusa in cabina sotto alla pioggia, senza alcuna voglia di aprire il pc per lavorare o scrollare i social mi sono chiesta: che domanda mi farebbe Chat Gpt per la mia rubrica “Ti scrivo, mi sbroglio?” Le ho chiesto: «Sei un camionista e mi devi fare una domanda, cosa mi chiederesti?» Ne sono uscite domande identitarie, profonde e intime. Forse, quindi, l’intelligenza artificiale non soffre il blocco di chiedere cose che noi stessi vorremmo ammettere, ma non abbiamo il coraggio di farlo. Le risponderò, in modo che qualcuno, leggendo, possa trovare risposta a quella domanda silenziosa che magari non è mai riuscito a pronunciare, o a scrivere, ad alta voce

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Caro Chat, ma che bella domanda! Finalmente qualcuno che la pone in modo così chiaro e diretto. Se tu fossi qui, davanti a me, forse ti urlerei: «Non lo fare!». Agli uomini soprattutto – ma anche a tante donne che lavorano in un settore tipicamente maschile – è stato raccontato che la sensibilità è debolezza e questo – si sa da sempre – è un mestiere per «uomini duri». Quello che, però, osserviamo oggi – il machismo tossico – è il frutto di una cultura che non ci appartiene più, né come generazione né come persone. Alla lunga porta solo arroganza, a volte persino qualche violenza.

Il settore, ma direi il mondo intero, ha bisogno di riscoprire l’umanità. La corazza che ti chiedono di costruirti ti obbliga a non sentire, ma se non sentiamo, perdiamo il bello: del nostro lavoro come delle relazioni. La sensibilità non è fragilità, è uno strumento potentissimo: ti fa cogliere i dettagli, rispettare chi hai accanto, aiutare chi ne ha bisogno, renderti più consapevole di chi sei e trovare la bellezza anche nella fatica.

È vero, ti espone di più, ma è proprio così che si cresce. Canta Mengoni: «Devi mostrarti invincibile, collezionare trofei, ma quando piangi in silenzio scopri davvero chi sei». Ecco, è proprio in quella fessura che si apre la strada: quando smettiamo di fingere di essere invincibili e accettiamo di mostrarci vulnerabili, non siamo deboli, ma autentici. E così succede la magia: si riducono le incomprensioni, si promuove la fiducia e si apre la strada a relazioni più profonde e più vere. In un settore che troppo spesso si è nascosto dietro le corazze, il vero coraggio è avere il coraggio di essere umani.

Per sbrogliarti scrivi a: l.broglio@uominietrasporti.it

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