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GDO: Assotir chiede un contratto standard. Al via la sezione dedicata e il confronto con Confcommercio e Federdistribuzione

Presentata una nuova sezione dell’associazione dedicata alle imprese di autotrasporto che lavorano con la grande distribuzione. Federico Di Carlo al timone, intende avviare un confronto di filiera per rispondere con azioni concrete alla perdita di redditività delle piccole e medie imprese e alla crescita dell’illegalità con caporalato e subappalto incontrollato

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Un contratto tipo per il trasporto nelle GDO, tariffe eque e redditività delle aziende. Saranno questi i temi sul tavolo del dialogo che Assotir vuole avviare con il mondo della grande distribuzione, coinvolgendo in primis Federdistribuzione e Confcommercio, un confronto diretto: un’operazione per elevare il confronto tra aziende e portarlo a un livello associativo. 

L’associazione guidata da Anna Vita Manigrasso ha presentato questa mattina in conferenza stampa una nuova sezione dedicata ai trasportatori che lavorano con la grande distribuzione organizzata che in Italia sono circa 50mila imprese di autotrasporto, il 50% del settore e impiegano circa 500mila veicoli in contro terzi. Flotte che si trovano a lavorare in un settore che sta crescendo: nel 2024 ha totalizzato circa 135 miliardi di fatturato con un incremento dell’8,3% rispetto all’anno precedente e che conta più di 20mila punti vendita con 30 insegne. Insomma, una grande fetta di committenza da raggiungere per arrivare a un confronto aperto – come quello sperimentato durante le trattative per il rinnovo del Ccnl trasporti e logistica – e avviare un confronto di filiera volto a frenare vecchi e nuovi problemi come l’eccesso di subappalto per tornare in un piano di legalità e trasparenza

Allarme redditività

“La Grande Distribuzione – ha spiegato il Segretario di Assotir, Claudio Donati, – occupa oltre la metà degli addetti e delle imprese del settore dei trasporti. L’autotrasporto è un soggetto fondamentale, ma nonostante questo la GDO, con l’esigenza di abbassare i prezzi, di essere competitiva, agisce in maniera unilaterale, dettando le condizioni anche nei confronti dei fornitori”.

Tra le priorità sul tavolo – evidenziate durante la conferenza stampa dal responsabile della nuova sezione, Federico Di Carlo – compare la redditività. “Le imprese che lavorano per la GDO – ha spiegato Di Carlo, – nella maggior parte dei casi sono piccole e medie imprese, e pertanto hanno uno scarso potere contrattuale. Inoltre, sostengono costi molto più elevati, visto che devono disporre di un numero di autisti e di mezzi maggiore rispetto alle altre imprese dei trasporti. Tutto questo si traduce in un azzeramento pressoché totale dei margini”.

Un contratto di trasporto standard per la GDO

Assotir intende quindi lavorare a un contratto tipo da sottoporre alle federazioni della GDO e che contenga una serie di clausole standard come il riconoscimento automatico del contratto nazionale, l’aggiornamento Istat obbligatorio, dei criteri per quantificare l’incidenza dei costi del carburante e la clausola di salvaguardia del gasolio, la valorizzazione delle attività accessorie al trasporto.

Obiettivo legalità

Affrontato anche il tema della legalità. Di Carlo ha ricordato le numerose inchieste giudiziarie che negli ultimi anni hanno fatto luce sul fenomeno del caporalato nel settore dei trasporti: “Molte di queste vicende riguardano purtroppo la grande distribuzione” ha commentato.  Quello della sicurezza, infine, è un “capito enorme” che va dal rispetto dei limiti di altezza, dimensioni e peso dei carichi trasportati, fino ai requisiti delle piazzole di carico e scarico: “Quando viene progettato un centro commerciale, l’ultima attività che viene presa in considerazione è lo scarico delle merci. Gli autisti, molto spesso, si trovano a scaricare la merce per strada, manovrando i montacarichi nei pressi degli incroci”.

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