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Montanari (Economia Pulita): «Più incentivi agli investimenti green nelle Zone Logistiche Semplificate»

Un sistema premiante per le Autorità di sistema portuali e le aziende che operano nelle ZLS e investono in progetti legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance. È questa la proposta del coordinatore scientifico di Economia Pulita, una realtà che da tempo si occupa di temi legati agli indicatori ESG nella logistica. Le ZLS stanno crescendo, diventando sempre più “laboratori di logistica avanzata e accelerata”. In questo contesto, oltre alla semplificazione e ai crediti d’imposta, occorre un’attenzione maggiore alle scelte sostenibili. E intanto si intravedono nuovi fondi con la Legge di Bilancio per il triennio 2026-2028

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“Nelle Zone Logistiche Speciali occorre prevedere un sistema di agevolazioni più connesso con la sostenibilità ambientale, sociale e di governance, a partire dagli investimenti che le Autorità di Sistema portuali sono chiamate a fare sul fronte energetico (per esempio, per l’elettrificazione delle banchine o per l’attrezzaggio dei fondali)”. È questa la proposta di Francesco Montanari, Professore Ordinario di Diritto Tributario e coordinatore scientifico di Economia Pulita, la realtà attiva da anni nell’ambito della sostenibilità legata ai parametri ESG, in procinto di approfondire il tema delle semplificazioni e degli incentivi previsti nelle Zone Logistiche Semplificate in un convegno in programma il 27 febbraio a Ravenna. Quella dell’Emilia-Romagna, avviata con un protocollo tra Regione, Agenzia delle Dogane e il porto di Ravenna a metà ottobre, si aggiunge alle ZLS già esistenti come quelle liguri, legate al porto di Genova di La Spezia; quella veneta per Rovigo e il Polesine; quella Toscana nell’ambito di Livorno e Piombino in collegamento anche con l’aeroporto di Pisa; oppure l’ultima nata, quella del Lazio, annunciata nei giorni scorsi nell’ambito degli Stati generali della Logistica regionale, che sarà operativa a partire dal 2026 a Civitavecchia e Gaeta. L’idea di rafforzare le aree retroportuali, concedendo semplificazioni amministrative e sgravi fiscali alle aziende industriali e legate ad attività della logistica, è nata con la legge di bilancio del 2017, ma nel 2024, sulla spinta del Pnrr, sono stati stanziati i primi fondi a favore dello sviluppo delle ZLS nelle regioni centro-settentrionali. Gli 80 milioni di euro del 2024 sono stati prorogati dal decreto milleproroghe anche nel 2025, mentre la legge di Bilancio di quest’anno, in discussione in Parlamento, ha proposto il rifinanziamento delle agevolazioni con altri 80 milioni per il triennio 2026-2028. “Le aziende accedono a importanti crediti d’imposta – sottolinea Montanari – ma occorre connettere maggiormente queste agevolazioni a dei parametri di sostenibilità per rendere le ZLS dei reali laboratori di logistica avanzata e accelerata”. 

Francesco Montanari, coordinatore scientifico di Economia Pulita, Avvocato Cassazionista
Professore Ordinario di Diritto Tributario

Prof. Montanari, quale tipologia di semplificazioni e agevolazioni fiscali è prevista per le aziende che si installano o operano nelle ZLS?

Ci sono diverse tipologie di agevolazione che vanno dalla semplificazione amministrativa e burocratica, in particolare per quel che riguarda le tempistiche, per le quali ogni regione può anche prevedere procedure autonome, fino a particolari condizioni creditizie o di tipo non fiscale. Poi c’è il tema del credito d’imposta di cui possono beneficiare le aziende per l’acquisto, anche tramite dei contratti di leasing, di beni strumentali come macchinari, impianti, attrezzature inerenti all’attività svolte. Si tratta di agevolazioni che possono essere sommate, ad esempio, a quelle previste per Industria 5.0. Quindi si comprende come siano significative da un punto di vista economico.  

Sono comprese tutte le attività nel credito d’imposta?

Alcune sono escluse. Le agevolazioni non si applicano per coloro che operano in alcuni specifici settori come, per esempio, siderurgia, energia e banda larga. Sono esclusi anche i trasporti, ma rientrano magazzini e supporto infrastrutturale alle attività trasportistiche. In qualche caso, si può creare un problema legato al riconoscimento delle attività accessorie rispetto alle attività tipiche. Qui bisogna capire quali sono i regimi fiscali da applicare a queste tipologie di attività. Ci muoviamo in un ambiente, quello del retroporto, molto eterogeneo per la forte vocazione logistica.

Uno spazio condiviso anche con le Autorità di Sistema portuale…

Certo, le autorità portuali hanno un regime fiscale particolare, sottoposto a diverse modifiche nel tempo, a seguito di orientamenti e indicazioni provenienti anche dalla Commissione Europea. Ultimamente, queste realtà sono impegnate in grandi investimenti sul fronte energetico (come l’elettrificazione delle banchine o per l’attrezzaggio dei fondali). Così la ZLS diventa un grande laboratorio di logistica, avanzata e accelerata grazie alla semplificazione e agli incentivi. Allora perché non connettere queste agevolazioni fiscali per le autorità portuali e per le aziende con la sostenibilità? Le realtà che investono in attività sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale e di governance, dovrebbero accedere a percorsi maggiormente incentivanti, superando l’applicazione dei paletti imposti dal regime sugli aiuti di Stato. 

Bisognerebbe intervenire sulla normativa attuale?

Certo. Ma abbiamo una corsia preferenziale: l’aspetto ambientale è ormai tutelato dalla Costituzione come valore primario della collettività. Quindi, se introduco un’agevolazione legata a questo, giustifico meglio la scelta di sostenere quella attività, rispetto ad un’altra. Quindi, benissimo l’investimento in nuovi macchinari, benissimo il credito d’imposta per queste tipologie, ma premiamo maggiormente le imprese e le autorità portuali che in modo molto più significativo investono guardando e puntando alla sostenibilità.   

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