Riduzione della franchigia a mezz’ora per le attese al carico e scarico delle merci, definizione di un tempo standard per caricare o scaricare un veicolo, ma soprattutto chiarimenti riguardo ai rapporti e alle responsabilità nei confronti del sub-vettore in caso di risarcimenti e introduzione di meccanismi automatici per inchiodare i committenti al rimborso economico dei tempi morti. Sono queste, in sintesi, le proposte di modifica al Decreto Infrastrutture inviate a Uomini e Trasporti da Anna Katia Caputo, legale rappresentante della Tir Service di Rionero in Vulture in provincia di Potenza che mesi fa aveva preso carta e penna per scrivere alla premier Giorgia Meloni elencando una serie di possibili riforme per risollevare le sorti dell’autotrasporto. Anche ora si è attivata. «A marzo sono venuta a conoscenza – racconta Caputo – tramite la mia associazione di categoria, di un tavolo tecnico con l’Unatras, avente ad oggetto le norme sui tempi di attesa al carico/scarico e sui tempi di pagamento, pertanto, ho prontamente contattato gli enti preposti per ribadire i miei suggerimenti sull’argomento, ricevendo dall’Albo degli Autotrasportatori rassicurazioni circa l’attenzione alle mie proposte». Ma il decreto, che ieri ha iniziato il proprio iter di conversione alla Camera, assegnato in sede referente alle commissioni Trasporti e Ambiente che stanno decidendo una serie di audizioni, sembra non aver recepito molte delle indicazioni di Anna Katia Caputo. «Avevo inviato per tempo le mie riflessioni – puntualizza – anche al segretario nazionale della mia federazione, confidando che i sindacati potessero apportare i giusti correttivi, ma il 21 maggio, con mia somma delusione, mi hanno risposto che la normativa era stata, ormai, pubblicata».
Ecco, comunque, le proposte:
1. riduzione della franchigia a mezz’ora per il carico e per lo scarico;
La franchigia è stata ridotta di soli 30 minuti, ergo, verranno sempre regalate al committente comunque delle ore.
2. definizione di un tempo standard per la materiale operazione di carico/scarico, oltre il quale scatta l’indennizzo: nella pratica, un caricatore/scaricatore ben organizzato ci impiega mezz’ora circa per caricare merce su pallet su un veicolo industriale;
Sia la precedente che l’attuale normativa sulle attese escludono dal computo delle ore oltre il quale pagare l’indennizzo, l’operazione di carico e scarico consentendo la determinazione dei tempi agli accordi tra committente e vettore. Quindi, molti committenti fissano in 2 ore il tempo necessario, così il compenso per la sosta, viene pagato dopo tre ore e mezzo. Aver lasciato alla contrattazione tra le parti questo aspetto, senza averlo fissato per legge, potrebbe paradossalmente peggiorare la situazione, perché basterà innalzare il tempo per le operazioni di carico/scarico per recuperare una franchigia più bassa.
3. l’inderogabilità, a pena di nullità, delle clausole contrarie alle soluzioni proposte nei due punti precedenti;
Solo rendendo inderogabili i due punti di cui sopra avremmo avuto garanzia di miglioramento delle condizioni per le attese al carico/scarico: la nuova normativa non ha risolto il problema degli abusi sulla parte debole del contratto.
4. l’allungamento ad almeno un anno dei termini per richiedere l’indennizzo per le attese.
Sembrerebbe che tale suggerimento sia stato accolto, con soddisfazione.
5. l’azione diretta del sub-vettore anche per le attività inerenti le attese: in quanto non era ben chiaro dal punto di vista normativo se le attese rientrassero in tale azione di tutela di chi materialmente esegue il trasporto
«La richiesta d’indennizzo può essere effettuata dal vettore al committente o al caricatore». Questo passaggio, tuttavia, oltre a non tener conto di tutti gli attori della filiera, non specifica se il sub-vettore possa richiedere (come nell’azione diretta ex art. 7-ter D.Lgs n. 286/2005) l’indennizzo per le attese direttamente al committente principale; questo può determinare due situazioni: il vettore riceve l’indennizzo senza girarlo al sub-vettore oppure il vettore non chiede l’indennizzo al proprio committente per non rovinare il proprio rapporto commerciale, quindi, a farne le spese è chi esegue materialmente il trasporto, solitamente piccoli padroncini con scarso potere contrattuale.
6. responsabilità solidale del committente principale per il pagamento delle ore di attesa al personale dipendente del vettore/sub-vettore salvo rivalsa se il committente ha pagato l’indennizzo al vettore.
Sul punto non mi sembra ci siano stati pronunciamenti, si parla solo di responsabilità solidale tra committente e caricatore, peraltro, per una fattispecie diversa.
7. adeguamento della tariffa oraria per le attese.
L’importo è stato aumentato a 100 euro/h rivalutabili automaticamente che, a guardare il dato assoluto, è un risultato che va oltre ogni ragionevole aspettativa. Tuttavia, non avendo introdotto i termini massimi di carico e scarico dell’ordine di mezz’ora e l’inderogabilità di tali limiti, il risultato sarà vanificato perché i committenti tenderanno ad aumentare il limite oltre il quale pagare la sosta.
8. creazione di meccanismi di “denuncia” e riduzione dei tempi di pagamento indennizzi, rispetto agli attuali, che, sulla questione attese, non sono stati trattati.