36mila persone impiegate in tutto il mondo, 19 siti industriali, 30 centri di ricerca e sviluppo, 4 miliardi circa di capitalizzazione di borsa: la bilancia di Iveco oggi segna tutto questo. Ma per arrivare a tanto ha impiegato esattamente cinquant’anni. Nel 1975, quando vide la luce era il frutto di un ambizioso progetto di respiro europeo, che mirava a creare lo spazio per un marchio mettendone insieme tanti di paesi e culture diverse: gli italiani Fiat Veicoli Industriali con OM e Lancia Veicoli Speciali, il francese Unic e il tedesco Magirus. Oggi, dal 12 al 15 giugno, per festeggiare degnamente quell’anniversario, Iveco ha rimarcato queste radici, ma ha anche enfatizzato la presenza nella sua identità di una spiccata componente di italianità. Non a caso ha scelto Torino come location dei festeggiamenti (in particolare le OGR, sito industriale di fine Ottocento riconvertito a polo culturale), così da sottolineare – come ha fatto il CEO Olof Persson – che sulla carta di identità del Gruppo sia sotto all’indicazione «luogo di nascita», sia sotto a quella relativa alla «residenza» (del quartier generale), compare ancora questa città. Un legame che anche il sindaco del capoluogo piemontese, Stefano Lo Russo, ha voluto in modo personale ribadire, ricordando di essere nato lo stesso anno in cui è stata fondata Iveco.

Ma l’italianità sprizza anche da altro. A Torino, davanti a una fantasmagorica carrellata di immagini chiamate a ricreare la vita, la cultura e i colori degli anni 70, si sono materializzati personaggi emblematici del valore aggiunto dell’essenza italica. Esemplari in tal senso gli oggetti della Alessi – rappresentata a Torino dal suo Design Guide, Alberto Alessi – capaci di portare nella vita quotidiana di milioni di persone oggetti funzionali firmati da straordinari designer. In pratica ha costituito un modello di come sia possibile industrializzare il bello.

Molto coinvolgente pure la testimonianza di Riccardo Patrese, un pilota di Formula 1 particolarmente longevo, avendo partecipato a 17 campionati e gareggiato in 256 Gran Premi anche grazie – si noti il parallelismo – a un’elevata capacità di adattamento, che le ha consentito di rimanere alla guida di una monoposto mentre veniva letteralmente stravolta la tecnologia che la faceva muovere. E oggi, invece di una vettura da 300 km/h, guida uno Stralis con cui trasporta i suoi amati cavalli.

Riccardo Patrese

Questa capacità di viaggiare sulla corsia di sorpasso per adeguarsi al tempo che passa è esattamente ciò che ancora oggi consente a Iveco di essere – come ha sottolineato Luca Sra, presidente della BU Truck, «un’espressione vivente dello ‘Spirito in movimento‘», che mentre celebra il passato «pone le basi per il nostro futuro». E la fa attraverso una gamma – ha chiarito ancora Sra – «che si distingue per la sua combinazione unica di innovazione, affidabilità e sostenibilità». 

Per dirla altrimenti, accanto al mitico Turbostar c’erano almeno quattro chicche frutto di innovazione e mostrate per la prima volta proprio in occasione del compleanno. Passiamole per ora in rapida rassegna con la promessa di ritornare presto sull’argomento per entrare nei dettagli.

Un camion elettrico da 600 km di autonomia

La prima chicca si chiama Iveco S-eWay Artic, un camion pesante elettrico che raggiunge un’autonomia fino a 600 km grazie a tre pacchi batteria al litio-polimero (LFP) con una capacità totale di 603 kWh, di cui il 97% utilizzabile. Le batterie, coperte da una garanzia di 10 anni/1,2 milioni di km, alimentano un eAxle sviluppato da FPT che eroga 480 kW di potenza continua direttamente alle ruote, rimuovendo le inefficienze di una trasmissione tradizionale. La ricarica è rapida: quella dal 20 all’80% avviene in soli 60 minuti utilizzando una ricarica CC da 350 kW, mentre un sistema avanzato di gestione termica mantiene i pacchi batteria entro un intervallo di temperatura ottimale, da -30 °C a 45 °C. La cabina aerodinamica allungata, progettata per un’efficienza ottimale, garantisce compatibilità con i semirimorchi esistenti e un raggio di sterzata invariato. E poi l’assale anteriore completamente pneumatico da 9 tonnellate e il passo di 3.932 mm offrono flessibilità nella configurazione dell’allestimento e nella distribuzione del carico, guadagnando spazio per integrare pacchi batteria di grandi dimensioni, bilanciando la manovrabilità del veicolo e l’autonomia operativa.

All’interno, la cabina mostra il volto tipico dell’S-Way, impreziosito da display digitali specifici per i veicoli elettrici e da una perfetta integrazione con l’intero ecosistema di servizi connessi di Iveco. Gli operatori possono accedere a Smart Routing e ai pacchetti eCharge, mentre gli autisti possono usufruire di una Easy App rinnovata e del Driver Fidelity Club

La limited edition dell’anniversario

Una seconda chicca è la limited edition dell’S-Way realizzata per celebrare l’anniversario. Disponibile in 250 esemplari già ordinabili, presenta finiture personalizzate, il logo Iveco retroilluminato che può cambiare colore e frequenza dell’illuminazione tramite apposito telecomando, il logo del 50° anniversario, il cruscotto in pelle con inserto della bandiera italiana e opzioni di colore esclusive, tra cui lo champagne.

E Iveco gioca due jolly

La ultime due chicche sono entrambi dei van che saranno commercializzati dal 2026, entrambi elettrici, frutto della collaborazione tra Iveco e Stellantis (alle celebrazioni era presente anche il presidente di questo Gruppo, John Elkann) e l’inizio – è stato spiegato – «di una strategia più coordinata per i furgoni elettrici»: 

  • l’eJolly, un van per consegne urbane e dotato del lasciapassare ecologico per accedere nei centri storici, con un peso totale a terra compreso tra le 2,8 e le 3,2 tonnellate e un carico utile fino a 1.175 kg. È in grado di percorrere in autonomia 352 km nella versione con batteria da 75 kWh, spinto da un motore da 100 kW e 260 Nm.;
  • l’eSuper Jolly, con un peso totale a terra compreso tra 3,5 e 4,25 tonnellate, volume di carico massimo di 17 metri cubi e un’autonomia che, in virtù di una batteria da 11 kWh, tocca i 420 km. Due note di sicurezza: è già equipaggiato con ADAS di livello 2+ e ha ricevuto le 5 Stelle nella valutazione Euro NCAP Gold.
John Elkann, CEO di Exor, brinda con Suzanne Heywood e Olof Persson, rispettivamente presidente e CEO di Iveco
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Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti