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Doppio colpo Iveco all’inquinamento: piantare un albero per ogni motore rigenerato venduto

Per produrre un motore nuovo ci vuole energia. Se lo si rigenera si può risparmiare su scala mondiale un quantitativo energetico corrispondente alla benzina sufficiente a far viaggiare sei milioni di auto all’anno o all’elettricità prodotta da otto impianti nucleari. Ecco perché il costruttore italiano ha deciso non soltanto di puntare su questi prodotti taglia-consumi – identificati con il marchio «Rema» – ma anche di piantare 700 alberi mangia-CO2 tra Africa e Sudamerica. E l’ambiente ringrazia…

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La transizione energetica, commista alle turbolenze e alle potenziali scarsità sui mercati petroliferi e del gas, impone di fare un passo in avanti. Iveco riesce se possibile a farne anche due in direzioni diverse, ma finalizzate allo stesso scopo. In che modo è presto detto. 

Il primo parte da una premessa: i camion si muovono perché dispongono di motori che forniscono la potenza necessaria. Ma la produzione di un motore richiede un dispendio energetico considerevole: se invece di realizzarli nuovi li si rigenera, per riportarli così totalmente alle specifiche originali, ecco che si riescono a risparmiare con un colpo sono l’equivalente di 400 trilioni di BTU (British Thermal Unit) di energia all’anno, un valore corrispondente a livello globale a 350 cisterne di greggio o, se preferite, alla benzina necessaria a far circolare sei milioni di auto all’anno o alla quantità di elettricità prodotta da otto impianti nucleari in un anno. Cifre folli se soltanto si fa mente locale.

Ma non basta perché oltre a dedicarsi in questa gamma di prodotti rigenerati chiamati Reman e che comprende oltre ai motori anche i cambi, Iveco ha pensato di fare qualcosa di più: di piantare per ogni motore Reman venduto un albero in Tanzania, Camerun, Kenya, Nepal e Colombia. Al risparmio energetico prodotto dalla rigenerazione si assomma così il miglioramento della qualità dell’aria favorito da un ambiente popolato da tanti più alberi, in grado come si sa di assorbire CO2 dall’atmosfera e di produrre ossigeno. Complessivamente saranno 700 alberi che andranno a far crescere il perimetro della Foresta Iveco, fiorita all’insegna della libertà, della stabilità e della solidità in diverse zone del mondo e sostenuta grazie ai progetti agroforestali realizzati insieme alla piattaforma web Treedom.  

Oltre a motori e cambi, i ricambi rigenerati di Iveco comprendono più di mille codici, tutti materiali riciclati in sempre maggiore quantità che, come sottolinea Thomas G. Barbantini Scanni, direttore commerciale Customer Service Iveco per il mercato Italia, «privilegiano il risparmio energetico e l’utilizzo di risorse primarie, con un’offerta completa e in continua evoluzione».  

Dal 2010, anno della fondazione di Treedom a Firenze, sono stati piantati dai contadini locali oltre tre milioni di alberi in Africa, America Latina, Asia e Italia. Gli alberi possono essere donati tramite messaggio o mail, grazie a un codice di riconoscimento, che permetterà al proprietario di scegliere la specie e il paese dove piantare, creando così un legame duraturo fra le persone e permettendo alle aziende di agire per portare benefici all’ambiente e alle comunità che lo abitano.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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