Un camion Iveco S-Way ha percorso le strade della Germania trasportando merci tra due centri logistici, tra Krefeld e Hennef, assistito da una tecnologia di guida semiautonoma sviluppata con Plus, startup della Silicon Valley specializzata in software per l’automazione dei mezzi pesanti. La notizia è che non si è trattato di una simulazione o di un banco prova: il mezzo ha operato in condizioni reali, nell’ambito di un test su strada portato avanti insieme a DSV e dm-drogerie markt (grande catena di vendita al dettaglio di prodotti per la cura della casa e l’igiene personale in Europa). Un programma durato diversi mesi (ne avevamo parlato qui) che dimostra la fattibilità concreta della guida semiautonoma nel trasporto merci, pur in contesto ancora in via di sviluppo.
Il sistema messo a punto da Iveco e Plus affianca il conducente nelle operazioni più ripetitive o complesse: mantenimento e cambio di corsia, guida adattiva in autostrada, assistenza nel traffico intenso. Il tutto sotto il costante controllo dell’autista, che rimane a bordo e vigile. Secondo i partner coinvolti, il test ha restituito benefici tangibili in termini di sicurezza, comfort alla guida ed efficienza nei consumi, con risparmi di carburante stimati intorno al 10%.
Ma il dato più significativo è che questo camion – dotato di sensori radar, lidar e telecamere che offrono una visione a 360 gradi – non è un prototipo isolato: è un veicolo pensato per la produzione in serie, destinato a entrare nel mercato prima negli Stati Uniti, poi in Europa. E potrebbe contribuire anche ad affrontare una delle sfide più urgenti del settore: la carenza di autisti. Secondo DSV, infatti, la guida automatizzata può rendere il lavoro più attrattivo, ridurre lo stress e aprire nuove opportunità professionali in ambiti come la supervisione remota o la gestione delle flotte da terra. «Vogliamo attirare i conducenti verso il ruolo elevato – ha dichiarato Peter Matthiesen, Senior Director, Group Innovation, Mobility & Truck Technology di DSV – poiché in Europa c’è una carenza di quasi 200.000 autisti, che si prevede salirà a 700.000 entro il 2028. La tecnologia di guida autonoma migliorerà significativamente l’ambiente di lavoro, ridurrà l’affaticamento mentale e fisico, aumenterà la sicurezza e consentirà un pool di conducenti significativamente più diversificato».
Dopo la fase di test, il progetto si prepara ora a evolversi in un programma pilota su scala più ampia, anche con veicoli completamente autonomi. Ma una cosa è già chiara: l’automazione non è qui per sostituire il conducente, ma per potenziarne il ruolo, come ha sottolineato Marco Liccardo, Chief Technology & Digital Officer di Iveco Group: «Questi risultati rafforzano la nostra convinzione che l’automazione non sostituirà il conducente, ma eleverà il suo ruolo riducendo l’affaticamento, supportando manovre complesse e creando un ambiente di lavoro più sicuro e produttivo. Noi di Iveco Group crediamo che il futuro della logistica risieda nell’innovazione intelligente, sostenibile e incentrata sull’uomo».
Insomma, il futuro del camion corre veloce. Ma per ora, al volante, c’è ancora l’uomo.