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Come rilanciare il trasporto merci su ferro: la scommessa dell’accoppiamento automatico digitale

Il trasporto merci ferroviario arranca. Una svolta potrebbe derivare dall’introduzione dell’accoppiamento automatico digitale, un sistema che consente non soltanto di velocizzare gli agganci e gli sganci dei vagoni, ma anche di connetterli a livello digitale, incrementando così le funzioni dei treni. A livello europeo dovrebbe diventare realtà dal 2030, ma tre paesi – Svizzera, Germania e Austria – stanno già spingendo sull’acceleratore

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Il futuro del trasporto merci ferroviario sembra procedere verso una direzione precisa: si chiama «accoppiamento automatico digitale» (DAC) ed è un’innovativa strumentazione in grado di agganciare e sganciare il materiale rotabile in un treno in modo automatico, ma di fatto costituisce un modo per digitalizzare la modalità ferroviaria di trasporto e quindi per poter ricorrere a treni intelligenti, per incrementare la sicurezza e in definitiva per ridurre costi e tempi dei processi. Tutto questo perché, oltre all’accoppiamento automatico dei carri, il DAC consente di sfruttare nuove funzioni per i treni merci. Di tutto questo, almeno, sono molto convinte Svizzera, Austria e Germania, che stanno fortemente sponsorizzando il nuovo sistema, arrivando anche a firmare nei giorni scorsi, per iniziativa del consigliere elvetico Albert Rösti, del ministro tedesco Volker Wissing e della ministra austriaca Leonore Gewessler, un documento programmatico in cui spiegano tutti vantaggi della tecnologia. Quella iniziale la si coglie in modo immediato se si pensa che oggi il sistema di aggancio e sgancio dei vari carri di un treno merci avviene secondo un accoppiamento a vite e respingenti, eseguito manualmente. Riuscire ad accoppiare e disaccoppiare automaticamente incrementa la sicurezza delle operazioni e soprattutto assicura una migliore connessione non soltanto a livello meccanico, ma anche elettronico e digitale. Senza considerare che i convogli muniti di DAC innalzano la capacità di carico e la lunghezza e quindi consentono un maggiore utilizzo della rete e di conseguenza un contenimento dei costi.

Il governo di Berna, a dire il vero, è quello che più si sta impegnando per l’introduzione del nuovo standard e ha stanziato a tale scopo anche 180 milioni. Ma la sfida principale è quella dell’internazionalizzazione, in quanto la maggior parte dei treni merci copre tratte che toccano diversi paesi e quindi diventa necessario istituire un coordinamento europeo per l’adeguamento della nuova tecnologia. In ogni caso l’introduzione del DAC a livello comunitario dovrebbe avvenire entro il 2030 e a tale scopo è stato adottato un programma specifico, chiamato «European DAC Delivery Programme», finalizzato proprio a rendere operativa come standard questa tecnologia DAC e ispirato a una cooperazione aperta tra tutti gli attori del sistema, vale a dire le imprese ferroviarie, i gestori dell’infrastruttura, i detentori dei vagoni, l’industria delle forniture ferroviarie, i soggetti preposti alla manutenzione, i centri di ricerca ferroviari.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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