Scandalo test per Nokian Tyres. Il costruttore finlandese ha praticamente ammesso di aver fornito alle riviste specializzate pneumatici prodotti appositamente, con l’obiettivo di migliorare i risultati delle prove, come da rivelazione del quotidiano finanziario finnico Kauppalehti.
Secondo il giornale, questa truffa andava avanti dal 2005, accusa sostenuta da alcune email interne di Nokian in possesso della stampa, in cui si legge che gli pneumatici con caratteristiche migliorate erano stati costruiti per «vincere … le prove che supportano l’immagine del marchio Nokian Tyres, il posizionamento di prezzo e il valore delle azioni».
Nokian ha peraltro ammesso che le «pratiche in materia di test sugli pneumatici non sono sempre state in linea con l’approccio sostenibile di Nokian Tyres» e che l’azienda ha commesso alcuni “errori” in passato. Ma, passando al contrattacco, ha coinvolto esplicitamente altri produttori di pneumatici nello scandalo , affermando che «nel corso degli anni, numerosi operatori del settore sono stati sospettati o è stato dimostrato che la fornitura di pneumatici nei test fosse differente da quella poi in vendita sul mercato.»
La spiegazione dell’azienda è che, dopo «un’indagine approfondita in materia nell’autunno del 2015… eventuali atti illeciti legati ai test sono stati eliminati e… la società ha completato una revisione delle sue pratiche, al fine di aumentare l’apertura e la trasparenza in tutte le attività.» Il periodo incriminato rimane dunque quello tra il 2004 e il 2015. L’azienda finlandese ha in seguito alla notizia subìto un calo del 9% delle azioni, poi recuperato in parte chiudendo a circa -6%.
Relativamente alla denuncia di Nokian nei confronti dei competitors, le reazioni di diniego sono state unanimi. La case costruttrici, da Michelin a Bridegstone, da Continental a Goodyear, da Yokohama ad Hankhook e altre ancora, hanno negato fermamente di aver «mai progettato o fabbricato pneumatici specifici per i test dei media, delle associazioni automobilistiche o di qualsiasi altra organizzazione».
Indubbiamente la vicenda getta una forte ombra sui test di laboratorio, che appaiono sempre più ‘taroccati’ e poco affidabili. Il settore automotive ne esce ulteriormente malconcio, già ferito dal recente scandalo Volkswagen. Ma finora si tratta di insinuazioni che debbono essere provate in modo più chiaro.