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1° gennaio 2013: lo Stato dovrà pagare a 30 giorni

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Fino a ieri era così: per pagare i suoi debiti la Pubblica amministrazione impiegava mediamente 180-190 giorni, con punte anche di 1.500. Domani, e per la precisione dai rapporti posti in essere dal 1° gennaio 2013, si cambia: lo Stato avrà 30 giorni dal ricevimento della fattura per saldare il tutto. Rimangono fuori dalla regola soltanto le Asl e gli ospedali, ai quali comunque viene concesso un termini di 60 giorni, termine che potrà valere anche per altre imprese pubbliche quando – dice la legge – la natura o l’oggetto del contratto lo consiglino.
L’altra grande novità è l’aspetto sanzionatorio, perché al superamento dei 30 giorni (o dei 60 dove previsto) non serve mettere in mora la PA con l’invio di apposita richiesta scritta, ma automaticamente scattano gli interessi, peraltro molto salati: 8 punti percentuali in più rispetto al tasso base fissato dalla BCE. Per intenderci, se questo è 4%, quello diventa 12%.
Ma frenate gli entusiasmi: tutto quanto detto – che peraltro non è farina del Parlamento italiano, ma il recepimento di una direttiva europea del febbraio 2011 – vale esclusivamente nei rapporti tra Stato e privati. In quelli tra privati, invece, viene dato ampio spazio alla libertà contrattuale, in quanto le parti possono superare non soltanto i 30, ma anche i 60 giorni se c’è accordo in tal senso. Così come possono accordarsi su uno specifico tasso di interessi moratori.
La legge però, consapevole del fatto che esiste sempre una parte più forte dell’altra, ha previsto una serie di ostacoli per evitare che, tramite clausole vessatorie per la parte debole, vengano allungati eccessivamente i tempi di pagamento.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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