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220 milioni al giorno: i costi di una logistica «raggelata»

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Prima il fermo, adesso il maltempo. Il sistema dei trasporti del paese nel corso di due settimane è rimasto praticamente paralizzato. Colpa di chi? Prendersela con una qualche sigla sindacale, con le perturbazioni siberiane o con il governo (che se quando piove è ladro, quando nevica – si potrebbe pensare – lo è a maggior ragione) non serve a nulla. Una cosa è certa: di fronte alle emergenze il nostro sistema logistico, già debole in maniera congenita, già squilibrato in termini di modalità per una lunga e quasi incontrovertibile serie di ragioni, mostra la corda, si ripiega su stesso, si ferma. E la cosa drammatica è che lo fa in maniera scomposta.
Ieri denunciavamo lo stop alla circolazione dei mezzi pesanti nelle Marche, quando il “vero” maltempo è previsto soltanto per oggi. Con il risultato che tante aziende di autotrasporto hanno buttato soldi e tante persone hanno dovuto attendere in cabina, al freddo e con disagio, che la situazione si sbloccasse.
Perché è importante questo evento? Perché è sintomatico del nostro modo di operare. Siamo un paese incapace di programmare, di agire con anticipo, di anticipare i flussi e di intercettarli. E così siamo costretti a rallentare, ad arrancare.
Quanto pesa, per esempio, la stasi del nostro trasporto in queste due settimane? Più o meno di quanto siamo riusciti a risparmiare con la discesa dello spread? Difficile rispondere. Il Sole 24 Ore ha stimato una perdita di 220 milioni al giorno, pari al 5-6% del Pil quotidiano, che ammonta a circa 4 miliardi. E le cose dovessero continuare nel senso prospettato dalle previsioni, alla fine il conto che il paese dovrà pagare sarà di oltre 2 miliardi. Era evitabile? Forse oggi no. Ma domani sicuramente. Tutto sta a lavorare per evitare i collassi, tutto sta a dare una sistemazione efficiente al nostro sistema infrastrutturale e al nostro sistema logistico, in maniera tale che riesca a sopportare una nevicata, in modo tale che riesca a sostenere la nostra economia in maniera continuativa.
I Piani (della logistica) per fare tutto questo esistono, sono stati scritti e predisposti. Servono le risorse per attuarli, che mai come in questo caso dovrebbero essere considerati investimenti a lungo termine.
E se non siamo capaci di capire tutto questo, tanto vale specializzarsi in riti sciamani o in danze della pioggia.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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