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375 metri ogni litro di gasolio: la distanza tra il passato (un DAF XF95) e il presente (un ATE)

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Guai a rimanere fermi. Perché è così che ci si mette nelle condizioni di non poter godere dei benefici determinati dall’evoluzione tecnologica. Leonardo Moschin fa l’autista per il SAR di Ravenna. Da quando lavora avrà percorso l’equivalente di 12 giri della Terra e la quasi totalità li ha coperti a bordo di veicoli DAF. Anche quello che guida attualmente – un XF 95 da 480 cv immatricolato a fine 2006 – ha macinato una tratta importante: siamo vicino agli 1,2 milioni di km. Praticamente senza battere ciglio. 
È un privilegio di cui non ci si può lamentare. Anche se gli anni sul calendario sono scivolati via e le motorizzazioni hanno conosciuto livelli di combustione ottimizzati e l’elettronica ha tagliato traguardi impensati. Questa settimana – «a dire il vero soltanto tre giorni – ci dice indispettito Leonardo– perché lunedì e martedì sono stato direttamente o indirettamente bloccato dalla neve – tutta questa montagna di innovazione gli è piombata addosso sotto forma di un DAF XF 105.460 ATE, lasciato in uso alla cooperativa a seguito di un Ecodriving condotto lo scorso 2 febbraio.
E per Leonardo è stato quasi troppo. Come spesso gli capita, lo ha utilizzato su un contesto probante: niente autostrada, ma tutta strada statale tra Ravenna e San Pietro in Gu in provincia di Padova. Quindi tanta Romea, tanto traffico e tante buche. Al traffico ha risposto egregiamente il cruise control adattivo, per Leonardo un sistema che «andrebbe imposto di serie a tutti i veicoli, perché è troppo comodo, troppo efficace nel tenere a bada il veicolo che precede e nel rallentarlo, addirittura, quando non ci pensi direttamente tu, dopo che sul cruscotto sono comparsi appositi segnali».
A minimizzare le buche invece, ha provveduto il sistema di sospensioni pneumatiche, che in coppia con quello della cabina, evitano qualsiasi sobbalzo. «L’unico problema – aggiunge Leonardo – potrebbe esserci quando andiamo a caricare presso alcune aziende agricole e bisogna affrontare alcuni pezzi di sterrato, perché noto che la macchina è abbastanza bassa».
A spingere in avanti il trattore, agganciato a una cisterna carica con 305 quintali di melassa, lungo tutta la Romea (tre volte in andata e altrettante in ritorno, per un totale di un migliaio di km) è stato invece il motore da 460 cv del veicolo, perfettamente a suo agio anche in un contesto più da distribuzione: «difficilmente si riesce a superare la velocità di 75 km/h. Ma il motore gira sornione e silenzioso sui 1050 giri, forte della coppia già entrata in azione». 
Alla fine dei 3 giorni il consumo registrato da Leonardo è stato di un’inezia meno di 3,2 km/litro. Quando il suo storico e infaticabile XF 95 difficilmente va oltre ai 2,8 km/l. Ecco: la distanza che separa il passato dal presente è per Leonardo di circa 375 metri ogni litro di gasolio. Che moltiplicati per il prezzo alla pompa…
In realtà, non è tutto merito del motore. Leonardo riconosce una bella fetta di contributo anche al corso Ecodriving fatto sotto la guida degli istruttori di Guidare Pilotare. «Un aspetto a cui ho prestato molto attenzione riguarda proprio il regime con cui far girare il motore. Nel senso di anticipare le cambiate per conservare un livello di giri contenuto».
È solo un esempio e Leonardo vorrebbe raccontarne degli altri. E se lo si invita alla sintesi dice una cosa che lascia di sasso: «Guarda, secondo me dovrebbe essere reso obbligatorio. Per la semplice ragione che è veramente molto utile. Sicuramente più utile di quei corsi per recupero punti, che obbligatori lo sono già, anche se…».

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