La lotta al dumping sociale a livello europeo mette a segno un’altra vittoria. Anche la Francia, infatti, dopo aver innalzato in maniera clamorosa le sanzioni a carico degli autisti che effettuano il riposo lungo settimanale in cabina, ha approvato un disegno di legge, chiamato «Macron» dal nome del ministro che lo ha presentato, in cui sono previste alcune drastiche misure che riguardano il trasporto stradale e l’uso dei lavoratori distaccati. Ma l’emendamento approvato domenica 15 febbraio dal Parlamento di fatto obbliga qualsiasi autista che effettua operazioni di cabotaggio in occasione del trasporto internazionale, a godere delle stesse regole sociali e anche di un salario minimo, un po’ come ha già pensato di fare la Germania. Nel paese transalpino, a dire il vero, il salario minino lordo sarebbe poco più di un euro superiore a quello tedesco: 9,61 euro/ora, invece che 8,50 euro. Ma ovviamente si tratta di cifre che non servono a fissare una retribuzione uguale per tutti, ma a fare in modo che gli autisti di quei paesi che beneficiano di un bassissimo costo del lavoro, innalzino i livelli salariali di base.
Fatto sta che, in base a quanto stabilisce la normativa in fase di approvazione (quello approvato, infatti, è ancora un disegno di legge), un autista straniero che non riesce a produrre un documento che attesti una sua retribuzione pari ad almeno il salario minimo, potrebbe essere perseguito per lavoro illegale. A questo scopo il governo francese si impegnerà a moltiplicare i controlli su strada, ma ha anche intrapreso l’iniziativa di promuovere la creazione a livello comunitario di un’Agenzia per il coordinamento dei controlli nel trasporto merci su strada, proprio allo scopo di omologarli all’interno di tutti gli Stati membri.
Ricordiamo che una delegazione di organizzazioni di categoria europee si recherà a Bruxelles il prossimo 26 febbraio proprio per promuovere l’adozione a livello europeo di un salario minimo nell’autotrasporto.