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Arriva dal tetto l’energia per alimentare i veicoli da distribuzione: la sfida verde del CAAB che piace anche agli USA

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Il Centro Agro-Alimentare di Bologna (CAAB) segue un cerchio coerentemente sostenibile. Lo dicono i numeri. È il principale mercato di redistribuzione nazionale con un fatturato di circa 600 milioni di euro, ma una fetta molto importante viene assorbita dal traffico di prodotti biologici. Non a caso, come ricorda il suo presidente, Andrea Segrè «il CAAB è stato il primo mercato all’ingrosso italiano (dal 1996) a distribuire prodotti biologici e nel 2001 ha creato la Borsa Merci Bio, ancora oggi il vero riferimento di mercato per la produzione ortofrutticola biologica in Italia».
Inoltre, dallo scorso anno si è dotato di un impianto fotovoltaico con circa 35mila pannelli in grado di produrre energia per 11.300.000 KWh, con una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 5.250 ton/anno. Nello stesso tempo, grazie a un programma di efficienza energetica ad hoc, andrà a tagliare l’impiego di energia del 15-20%, con la conseguenza che le aziende insediate nel Centro utilizzano appena 1/3 dell’energia prodotta sul tetto. Cosa fare degli altri 2/3?
La risposta – che giunge un po’ come la chiusura di un cerchio – è arrivata in questi giorni: utilizzarla per alimentare una flotta di veicoli elettrici a cui affidare il compito di distribuire le merci in città. E non è tutto perché le attività di carico e distribuzione verranno contemporaneamente ottimizzate, facendo scaricare nel magazzini del Centro i veicoli pesanti e da qui far partire i veicoli elettrici con un indice di carico il più elevato possibile. Così non soltanto questi veicoli non inquineranno (a livello anche acustico), ma viaggiando più carichi contribuiranno in maniera inferiore a creare traffico e ingorghi.
È questa quella che si chiama logistica intelligente o, come sempre più spesso la si definisce, Smart City. E non a caso dietro il progetto di distribuzione urbana, c’è proprio un progetto di Smart City in cui il CAAB opera da capofila in collaborazione con l’Università di Bologna, il CNR ed alcune aziende private a forte potenziale di innovazione.
L’aspetto interessante di questo cerchio sostenibile è che finisce per l’essere attrattivo, per fornire un esempio concreto di cosa significhi l’espressione «green economy». Prova ne sia che a manifestare interesse per il Centro bolognese sono in tanti. A partire, dall’America di Obama. E proprio il consulente del presidente statunitense sulle energie rinnovabili il senatore Harris Mc Dowell, ha fatto visita lo scorso 1° febbraio al CAAB, per promuovere l’apertura di un canale commerciale fra Italia e USA nel settore ortofrutticolo attraverso un collegamento fra Bologna e il Porto di Wilmington, nel Delaware, il più importante negli Usa per l’importazione di frutta fresca, succhi di frutta concentrata e per l’esportazione delle banane.
Qualche giorno dopo è stata la volta del ministro dell’Agricoltura francese Guillaume Garot, interessato – guarda caso – a conoscere le buone pratiche di lotta allo spreco alimentare e a sviluppare anche qui un corridoio diretto tra Bologna e il mercato francese e in particolare con il mercato generale di Perpignan.
Come a dire: a qualcuno piace verde…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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