Ci sono sette aziende interessate ad acquisire il gruppo Artoni, caduto in default nello scorso marzo ed entrato in amministrazione straordinaria. Il termine per presentare le offerte vincolanti era il 28 settembre e il 1° ottobre a Milano, presso uno studio notarile incaricato, il commissario straordinario Franco Maurizio Lagro ha aperto le buste e, senza far trapelare il loro contenuto, sta predisponendo una classifica provvisoria. Non è detto infatti che i sette soggetti imprenditoriali siano tutti interessati a rilevare il gruppo Artoni nella sua interezza. Anche perché parliamo di una realtà articolata in 39 filiali e che dispone di un patrimonio immobiliare che comprende una ventina di immobili e un terreno di circa 100mila metri quadrati collocato a Campegine (RE) non distante dall’autostrada.
Tra i sette però è certa la presenza della Fercam, accorsa al capezzale della società emiliana in dissesto, prendendo in affitto 14 filiali che adesso ha intenzione di acquisire unitamente a 9 immobili mettendo sul piatto 25,5 milioni di euro e sfruttando, almeno rispetto a questi beni, un diritto di prelazione acquisito. Ma dopo l’esperienza locativa durata più di un anno, a Bolzano, quartier generale di Fercam, si sarebbero potuti convincere anche ad andare oltre e a tentare di mettere le mani su una fetta maggiore della torta Artoni. Lo scopriremo soltanto nei prossimi giorni.