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Autista, in viaggio con calamita, non si ferma al controllo e poi tenta di corrompere gli agenti

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C’è un detto salentino che dice: «A casa bruciata metti fuoco». È un po’ la considerazione di chi non ha più nulla da perdere e quindi, di fronte a un problema, prova a mettercene sopra un altro, sperando di cancellarlo. Ed è stata forse la considerazione che ha fatto un autista di 57 anni che qualche giorno fa transitava lungo la statale 16 (Adriatica) nei pressi di Ravenna. Quando all’improvviso si è trovato davanti una pattuglia della locale polizia municipale, l’uomo ha avuto un sobbalzo, un accelerazione del battito cardiaco perché sapeva che sotto alla cabina del suo camion, sul giunto del cambio c’era la classica calamita per scongiurare le registrazioni del tachigrafo digitale. A quel punto non ha avuto dubbi e ha cercato «di mettere fuoco» a questo problema. In altre parole, non appena ha visto la paletta della polizia che si alzava, ha spinto sull’acceleratore per cercare di farla franca. Speranza mal riposta, anche perché come fa un camion a fuggire a un’auto lungo l’Adriatica? Tant’è che dopo appena quattro chilometri, l’autista – turco di cittadinanza, ma residente in Austria – è stato raggiunto e fermato.

Ma a casa bruciata, anche a quel punto, ha cercato di mettere altro fuoco. Perché, prima ancora di subire un controllo, ha tirato fuori il portafoglio e ha cercato di corrompere gli agenti offrendo loro dei soldi. E di fronte al rifiuto degli uomini in divisa alzava addirittura la posta. Poi, quando ha capito che con quella tecnica c’era poco da fare, si è infilato sotto al trattore nel tentativo disperato di rimuovere la calamita.

Gli è andata male da tutti i punti di vista: ha subito e direttamente pagato una sanzione di poco inferiore ai 1.700 euro, gli è stata ritirata la patente di guida, gli sono stati decurtati 13 punti e, in più, si è beccato una denuncia per non aver rispettato l’intimazione allo stop e per il tentativo di corruzione.

Avendo però pagato la sanzione, ha potuto proseguire il suo viaggio che, avendo subito il ritiro della patente, per legge deve necessariamente puntare verso la sede aziendale, seguendo il percorso più breve. Avrà fatto veramente così o il conducente avrà trovato altre case a cui mettere fuoco?

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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