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Autostrada BS-PD: i lavori tra Montecchio e Vicenza termineranno a fine 2016 (dopo 4,5 anni)

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Ci scrive un lettore attento (S.F.). Uno di quelli che ancora riesce a stabilire collegamenti e nessi causali tra le notizie, anche se si verificano in tempi e contesti differenti. Così, dopo aver letto dell’aumento del numero di incidenti stradali nel corso dell’anno e dei tanti che si registrano tra Vicenza Est-Vicenza Ovest, ci scrive per lamentare che proprio su questo tratto di autostrada da “5-6 anni ci sono lavori in corsia di emergenza tra Montecchio Maggiore e Vicenza Ovest” e sottolinea come “un cantiere perenne non garantisce la sicurezza“, perché mette in difficoltà nel “mantenere la distanza di sicurezza”.

Ha ragione il lettore: nel tratto dell’A4 tra Montecchio Maggiore e Vicenza Ovest, c’è un cantiere “protetto” da 700 metri di recinzioni che ufficialmente serve a riparare una parte del muro di sostegno tra le carreggiate, ma che di fatto obbliga i veicoli in transito a una deviazione e a un rallentamento, visto pure il limite di velocità esistente. L’Autostrada BS-VE-VI-PD riferisce che le principali criticità si hanno a causa del “deflusso all’esterno del casello di Montecchio Maggiore che si ripercuotono, talvolta, in autostrada”, in quanto fino a ieri “l’accumulo dei veicoli in uscita per il traffico proveniente da Vicenza Ovest avveniva anche sulla corsia di emergenza, oggi invece utilizzata come corsia di marcia”.

Ma il lettore ha ragione soprattutto quando lamenta che sia un lavoro annoso: pensate che è stato aperto il lontano 20 maggio 2012, il giorno del sisma in Emilia, dopo che alcuni operai dell’autostrada si accorsero del cedimento. Inizialmente la cosa non destò grandi preoccupazioni di natura strutturale, ma cominciò a generare grane burocratiche quando – come spiega l’Autostrada BS-VE-VI-PD – “con assoluta tempestività, attraverso dei primi scavi mirati, si è proceduto a una verifica della tipologia e a una localizzazione del danno e, in ottemperanza alla vigente normativa, all’esecuzione delle specifiche analisi dei materiali”. Sembra una cosa da poco, se non fosse che poi i risultati di queste analisi vanno prima inoltrati, per legge, a una serie di enti (Provincia di Vicenza, Comune di Altavilla Vicentina, ARPAV e USL) e soltanto dopo si può indire la Conferenza di Servizi chiamata a esprimere il verdetto. Alla fine di ottobre arriva questo verdetto e esprime sostanzialmente un via libera, in quanto constata che la presenza dei materiali analizzati “è compatibile con la destinazione d’uso del sito”. 

Sono trascorsi quasi sei mesi dal cedimento e di fatto è stato risolto soltanto il primo intoppo burocratico. Perché a questo punto il problema diventa quello di elaborare il progetto di consolidamento statico del muro. Gli ingegneri incaricati ci mettono tra una cosa e l’altra circa otto mesi e di fatto nel luglio 2013 è tutto pronto. Ma qui, più che l’impegno poté il paradosso. Perché quella stessa estate viene emanata una legge – la n. 98 del 9 agosto 2013 – pensata proprio per “la semplificazione amministrativa” e per il “rilancio delle infrastrutture”. Ma per ironia della sorte, rispetto al nostro muro ottiene l’effetto opposto, perché l’elaborato progetto a quel punto va aggiornato alle nuove prescrizioni normative.

Sembra una cosa da poco, ma alla fine per mettere tutta a norma occorrono altri quattro mesi e si arriva al dicembre 2013. Così, ottenuto le necessarie approvazioni, il progetto viene inviato nel febbraio 2014 al ministero delle Infrastrutture, il quale però a giugno avanza delle osservazioni e richiede alcune modifiche. Sembra una cosa da poco, ma tra rettifiche degli ingegneri e reinvio al ministero, si perde in pratica un altro anno e si arriva dritti al 20 febbraio 2015, vale a dire la data che reca il decreto ministeriale di approvazione dei lavori. Sono trascorsi due anni e nove mesi dal cedimento e altrettanto dal sisma. In Emilia molti imprenditori che avevano visto la loro azienda rasa al suolo, l’hanno rimessa in piedi e riportato il loro fatturato a livelli precedenti a quel disgraziato maggio 2012.

In autostrada, invece, stiamo attraversando l’ultimo incrocio burocratico, visto che, sulla base del decreto di febbraio viene indetta la gara per assegnare i lavori, viene quindi individuata un’impresa e oggi – metà novembre 2015 – si sta procedendo a formalizzare i contratti con tale impresa.

Quando tempo ci vorrà ancora? “I tempi necessari all’esecuzione dei lavori – rispondono dall’Autostrada BS-VE-VI-PD – sono stimati in circa 300 giorni di calendario in quanto si procederà al rifacimento completo di tutto il muro di sostegno che si estende per circa 700 metri lineari. Nell’arco del 2016 i lavori saranno dunque completati”. In pratica, se tutto fila liscio – come si augura per prima la società autostradale, “consapevole tanto dei disagi arrecati agli utenti autostradali, quanto, per la società stessa, degli effetti negativi prodotti dai ritardi, sia in termini economici che di gestione del traffico” – se le pratiche sono pronte per la fine dell’anno e all’inizio del prossimo iniziano i lavori, in 300 giorni (vale a dire 10-12 mesi), dopo più quattro anni e mezzo dal cedimento almeno quel tratto di strada potrà tornare a essere normale.

Per avere invece un paese normale, in cui i tempi della burocrazia siano scanditi secondo le esigenze delle imprese e non quelli dei bolli e delle trafile, purtroppo bisognerà attendere ancora un po’. In cosa, ovviamente.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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