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Autovelox non revisionati? Per la Consulta multe da annullare

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Rivoluzionaria sentenza della Corte Costituzionale in materia di autovelox. Secondo la Consulta gli apparecchi per l’accertamento dei limiti di velocità vanno obbligatoriamente sottoposti a periodiche verifiche e revisioni e, in caso contrario, le multe comminate sono nulle. Una decisione che apre la strada a decine di migliaia di risarcimenti per chi ha subito una sanzione per eccesso di velocità. A sollevare il dubbio di costituzionalità era stata la Cassazione a cui erano ricorsi due cittadini di Mondovì, rispettivamente conduttrice e proprietario di un’automobile multata da un’apparecchiatura a loro dire “starata”. I richiedenti si erano visti respingere precedenti appelli dal giudice di pace della loro città e dai Tribunali di primo e secondo grado. Arrivati alla Cassazione,  questa aveva deciso di rimettere gli atti ai giudici costituzionali che, nella sentenza 113 redatta dal giudice Aldo Carosi, hanno stabilito che l’articolo 45 del Codice della strada è incostituzionale nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità (quindi anche gli autovelox) siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Secondo la Corte la norma non risponde ai requisiti di ragionevolezza: “I fenomeni di obsolescenza e deterioramento – si legge nella sentenza – possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. “Appare evidente – aggiunge la Corte – che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati, dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione”. Per questo “l’esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare intrinsecamente irragionevole”.

Con questa sorprendente sentenza si apre dunque la strada ai rimborsi per tutte quelle multe recapitate con strumenti tecnici di dubbia funzionalità e “nei confronti di quelle amministrazioni – specificano Adusbef e Federconsumatori – che appaltavano a terzi le rilevazioni in cambio di una percentuale degli incassi”. Che ci fosse qualcosa di poco chiaro è confermato dal dato che, negli ultimi 5 anni, le contravvenzioni per violazione del codice della strada fossero aumentate del 987 per cento.  Giustizia è fatta, dunque anche se sottolineiamo come i limiti di velocità non debbano mai essere violati per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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