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Brennero: ecco i controlli che l’Austria effettuerà e quelli che minaccia di fare

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Unatras mette in mora in governo. E anche l’Austria mette in mora l’Italia. Vienna, infatti, sa perfettamente cosa vale per il nostro paese un valico come quello del Brennero, da cui transita il 40% dell’export italiano. E il capo della polizia austriaca, Helmut Tomac, mentre tiene una conferenza stampa in un autogrill situato una manciata di chilometri oltre il confine, distingue volutamente ciò che si farà, da ciò che si potrebbe fare. In pratica, descrive alcune misure come certe e altre come possibili, laddove non dovesse avvenire ciò che Vienna pretenderebbe. Cerchiamo di distinguere i due aspetti.

Ciò che è certo è che il governo austriaco invierà 250 agenti a presidiare la zona di confine. Più dietro ci saranno forze militari chiamate in causa in caso di necessità. Tutto questo schieramento di forze serve a tenere sotto controllo un’unica direttrice, quella che da Sud sale a Nord. Non viceversa. E, lungo questa direttrice, a monitorare non soltanto l’autostrada, ma anche la strada statale e la linea ferroviaria.

Altra cosa certa è che la vecchia dogana, oggi riconvertita in un outlet, tornerà alla sua precedente funzione. Da qualche parte, molto vicino al confine, sorgerà poi un ufficio per identificazione dei migranti, ospitato all’interno di alcuni container.

Altra certezza, quella che più interessa i trasportatori, riguarda il limite di velocità che vigerà in tutta la zona. I controlli, cioè, non avverranno a tappeto, ma a vista. Nel senso che i poliziotti austriaci guarderanno i veicoli transitare e sceglieranno quelli eventualmente da fermare. Ma per svolgere questo controllo visivo è necessario che i mezzi non vadano oltre i 30 km/h, viaggiando ordinati lungo quattro corsie, di cui due dedicate a moto e auto e due per i veicoli pesanti. In pratica tutto tornerà all’epoca in cui c’erano le frontiere, fatta eccezione che, per aiutare gli agenti a visionare i camion, ci saranno pure degli scanner a raggi infrarossi. Sulla statale, invece, i controlli saranno effettuati lungo una sola corsia per senso di marcia.

Fin qui le certezze. Poi ci sono le cose per così dire possibili. La più importante riguarda la realizzazione di una grande barriera di recinzione alta 4 metri e lunga 370 metri, che dovrebbe servire a bloccare eventuali migranti che tentassero di superare il confine a piedi. La polizia austriaca dice che sta cominciando a piantare i pali a terra per costruirla. Ma non è detto che poi sarà completamente realizzata. «Il nostro – spiega Tomac – è un piano preventivo: tutto dipende dalla risposte che avremo». Vale a dire del tipo di collaborazione che l’Italia ci fornirà. Se tutto dovesse funzionare – lascia intendere – allora si potrebbe anche fare a meno di mettere su le reti. In caso contrario sarà necessario. E a quel punto – aggiunge, come a voler motivare il nostro governo –«purtroppo, quando ci saranno dei picchi di traffico, rischieremo dei rallentamenti sul territorio italiano». La collaborazione a cui fanno riferimento da Vienna riguarda la possibilità da concedere agli agenti austriaci di scendere 35 chilometri a Sud, all’interno del confine italiano, per andare a controllare i treni già a Fortezza, all’imbocco della Val Pusteria. Senza questa concessione, oltre alla rete ricordata, sarà istituita una fermata ferroviaria obbligatoria a Steinach, dove controllare ogni vagone con tutte le conseguenze che ciò andrebbe a determinare. Ma la stessa formula, secondo l’Austria, dovrebbe funzionare in un’area delimitata dell’Alto Adige che fungerebbe così da cuscinetto e al cui interno anticipare i controlli, prima che si creino ingorghi alla frontiera.

Ma su queste richieste la posizione dell’Italia è ferma. Mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, evitando di assumere una posizione unilaterale, ha deciso di chiamare il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junkers per chiedere una condanna direttamente da parte di Bruxelles, la ministra Maria Elena Boschi ha rimandato gli inviti austriaci al mittente, spiegando che sui controlli in Italia non si tratta.

Ricordiamo che in Austria proprio lo scorso fine settimana si sono svolte le elezioni presidenziali. E le forze alleate dei socialdemocratici e dei popolari, intenzionate con l’iniziativa del Brennero a frenare l’onda di piena del partito dell’estrema destra capeggiato da Norbert Hofer, non sono riuscite nell’intento. Hofer ha incassato il 36% dei consensi e ha subito ribadito che l’Austria ha bisogno di «mettere in sicurezza i confini nazionali e di fermare l’ondata dei migranti». Anche se, almeno al momento attuale, quest’onda è ancora bassina: il numero di migranti che passa il confine del Brennero è appena di 30 persone. Altrettante, peraltro, si muovono pure in direzione opposta, perché respinte oltre confine. Ma a queste, a Vienna, sembrano scarsamente interessate.

 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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