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Cabotaggio illegale: mozione in Friuli per controllare paghe e Iva sui TIR dell’Est

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Controllare la paga minima e la registrazione Iva, in attesa di una rivisitazione massiccia delle norme comunitarie e nazionali, e sospendere il cabotaggio per 6 mesi. È questo il contenuto di una mozione presentata dal Centro-destra alla Regione Friuli Venezia Giulia per chiedere alla Regione di contrastare il fenomeno del cabotaggio illegale che sta demolendo il trasporto merci italiano, specie ad Est.

Secondo i consiglieri regionali promotori della mozione, a causa del fenomeno hanno chiuso nella regione ben 1.500 imprese, circa la metà di quelle presenti. Del resto sappiamo come sia quasi impossibile competere con aziende dell’est Europa che pagano gli autisti appena 600 euro al mese contro i 2 mila di quelle nostrane, costo a cui si uniscono le spese maggiori per il carburante e la fortissima pressione fiscale. In generale il costo del trasporto estero è inferiore di circa il 30% rispetto a quello italiano.

I consiglieri chiedono, in particolare, di fare pressioni sul Governo Renzi e sulla Commissione Europea, affinché vengano riviste le norme nazionali e comunitarie utili a fronteggiare il cabotaggio illegale e garantire la sopravvivenza degli autotrasportatori italiani.

“Nel frattempo proponiamo – afferma la mozione – l’applicazione della procedura comunitaria di salvaguardia, con la sospensione del cabotaggio per 6 mesi (eventualmente prorogabili per altri 6) per grave perturbazione del mercato dei trasporti”.

Il Friuli Venezia Giulia, in quanto regione di confine, è sottoposto da un lato alle conseguenze della liberalizzazione del cabotaggio e dall’altro alla concorrenza, spesso sleale, dei Paesi d’oltreconfine che, sulla base del regolamento Ce 1072 del 2009, possono effettuare fino a 3 trasporti interni successivi al trasporto internazionale. Risultato: negli ultimi 10 anni le imprese di autotrasporto in Friuli Venezia Giulia si sono ridotte del 38% e in base ad un’indagine della Cgia di Mestre nel periodo 2009/2013 di quasi il 21%.

I firmatari della mozione portano l’esempio di Francia e Germania che hanno già introdotto misure di tutela quali il salario minimo del personale viaggiante e la registrazione ai fini Iva anche per gli stranieri che effettuano cabotaggio, misure che auspicano applicate anche da noi al più presto.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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