«Purtroppo bisognerà demolire entrambe le carreggiate e non una come si ipotizzava inizialmente». Sono le parole del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, dopo aver effettuato ieri il primo sopralluogo, insieme ai tecnici dell’Anas e della Protezione Civile, sul ponte Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, chiuso dalla scorsa settimana a causa del cedimento di piloni. Cedimento provocato da una frana staccatasi dalla collina adiacente.
I tempi stimati per il ritorno alla normale circolazione stradale a questo punto aumentano «Abbiamo fatto i sondaggi per la ricostruzione delle due carreggiate, 300 metri di ponte e cinque piloni, prudenzialmente occorreranno dai 18 ai 24 mesi». Un intervento che lo stesso ministro ritiene indispensabile e che dovrebbe costare, secondo le stime Anas, intorno ai 30 milioni di euro.
Diventa oltremodo indispensabile una soluzione che possa essere sostenibile per un lasso di tempo così lungo. «Dobbiamo impegnarci a evitare un danno economico per la Sicilia che potrebbe essere rilevante causato dall’interruzione di questa arteria».
E, proprio mentre il ministro Delrio e l’assessore Regionale Pizzo effettuavano il sopralluogo i tecnici dell’assessorato regionale incontravano i rappresentanti di categoria di autotrasportatori, agricoltori e attività produttive dell’isola convergendo sulla richiesta di attivazione a livello nazionale di un tavolo permanente di emergenza per affrontare le problematiche legate alla grave situazione infrastrutturale in Sicilia e la nomina di un Commissario che si occupi solo ed esclusivamente dell’emergenza Sicilia.
Su alcuni problemi si potrebbe intervenire immediatamente, come si legge in una nota dell’associazione degli autotrasportatori riciliani, Aitras che suggerisce «per le merci in uscita dalla Sicilia dirette nel continente si potrebbero potenziare i porti a sud dell’isola e attivare nuove rotte da Catania, Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle e Trapani; ciò potrebbe smaltire la quasi totalità dell’ortofrutta prodotta nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani». Per Messina e Palermo, dove non ci sono produzioni di merce deperibile, Aitras propone di utilizzare «i porti di Termini Imerese e Palermo. Bisognerà però verificare le condizioni logistiche, tempistiche ed economiche con gli armatori». Sarà infatti necessario coinvolgere gli armatori che aderiscono a Confitarma per trovare le soluzioni che non comporteranno ulteriori aggravi di costi per gli autotrasportatori e, di conseguenza, «per i prodotti ortofrutticoli che rischierebbero di uscire fuori mercato in caso di incidenza sul costo finale della merce».
(foto:siciliainformazioni.com)