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CNA-Fita: no alla reintroduzione della fideiussione bancaria per dimostrare la capacità finanziaria

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La partita sulle modifiche da apportare alla legge di riforma Lupi integrata alla Legge di Stabilità, in discussione al momento al Senato, si fa sempre più incandescente. Nei giorni scorsi era arrivata da diverse associazioni di categoria (come Fiap, Confartigianato Trasporti, Assotir) la richiesta di rendere indeducibili i pagamenti tardivi. Adesso invece è CNA-Fita, per bocca della sua presidente Cinzia Franchini, a chiedere espressamente la modifica della norma relativa alla dimostrazione del requisito della capacità finanziaria. All’associazione artigiana non piace in particolare il fatto che venga reintrodotto al riguardo «l’onere di una fidejussione non più assicurativa ma bancaria» preferendo invece «l’attuale impostazione basata su più possibilità e tra queste, quella assicurativa e quella del revisore contabile, di certo due modalità che non vanno ad incidere sul rating bancario dell’impresa, consentendogli comunque di ottemperare alla norma di legge e soprattutto in conformità a quanto avviene in tutto il resto d’Europa, attraverso l’applicazione del Regolamento 1071/2009». Proprio per questo la richiesta di CNA-Fita va nel senso di conservare  l’attuale impostazione, giudicata «funzionante e valida». 

Ma se su questo argomento CNA-Fita richiede una conservazione dello status quo, rispetto all’azione diretta, invece, avanza l’ipotesi di un suo rafforzamento, giudicando tale strumento «il più chiaro e il più funzionale per la categoria e quindi come tale non va rivisto». 

Rispetto alla parte economica, invece, CNA-Fita ribadisce «la necessità di non toccare le spese non documentate» anche se i conti finali – aggiunge – andranno fatti a febbraio «a margine dello spacchettamento delle risorse economiche e quindi con la possibilità di vagliare, con certezza, l’intendimento del Ministro Lupi sui provvedimenti che sono fondamentali per la sopravvivenza delle nostre imprese». 

Molto importante è pure la considerazione finale di Cinzia Franchini, quella in specifica che «eventuali modifiche potranno essere affrontate in un testo più ampio che riguardi anche altre questioni, senza modificare ora il testo del Decreto Stabilità giunto in Senato». Una posizione per molti versi simile a quella che nei giorni scorsi aveva espresso anche il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè. E quando gli intenti convergono nell’autotrasporto c’è soltanto da gioire…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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